I silenzi pericolosi
non vanno sul bus

Sul bus corre la paura, un po’ meno la sicurezza. Dopo il caso della bambina volata fuori dal mezzo dell’Asf per l’apertura improvvisa della porta posteriore, i fattori di allarme sono aumentati. Dal sindacato degli autisti arrivano rivelazioni che, se confermate, rischiano di essere clamorose: episodi del genere o comunque di apertura improvvisa delle portiere dei pullman non sarebbero nuovi.

Gli autisti parlano di almeno 25 segnalazioni, scritte o orali, sui malfunzionamenti degli apparati. Ora è il complesso della manutenzione che finisce sul banco degli accusati. Sull’altro fonte, quello aziendale, l’Asf sostiene che le verifiche non hanno evidenziato particolari problemi, anzi quelle portiere funzionano benissimo. Il problema, replica l’azienda, potrebbe essere invece in un comportamento non corretto delle stesse ragazze che, secondo questa interpretazione, potrebbero aver impedito con la loro presenza una chiusura completa della portiera. Quindi, per Asf, tutto va bene, non ci sono guai tecnici e anche l’autista è sollevato da ogni responsabilità.

Però il fatto resta ed è gravissimo, tanto che i genitori, anche con una denuncia, non vogliono fermarsi qui. E con loro neppure il sindacato che non ci sta a veder trasformato un suo aderente in capro espiatorio. In effetti, pur prendendo atto del risultato positivo dei test, sono molte le domande a cui Asf non dà una risposta sufficiente e tale da togliere di mezzo ogni dubbio.

Ad esempio: se in due anni ci sono state 25 segnalazioni di anomalie di questo genere, siamo in presenza di un impazzimento improvviso degli autisti o piuttosto non c’è qualche problema strutturale in un discreto numero di mezzi? E se c’è, perché in questi anni non si è provveduto, visto che non si parla di bus che possono bloccarsi in mezzo alla strada, ma viene messa in discussione la stessa sicurezza dei trasportati? O, ancora, se si è provveduto, perché questi “incidenti” si ripetono visto che prima del caso di Lanzo, in aprile un episodio simile si è verificato a Schignano? C’è un problema di manutenzione, di costi, di meccanici che – come dicono i rappresentanti dei lavoratori – dal 2008 ad oggi sono passati da 46 a 14, di un parco mezzi invecchiato o di un tipo di bus con difetti congeniti? Infine, anche ammesso – cosa non confermata dalle famiglie delle ragazzine protagoniste dei minuti di paura – che la portiera non si sia chiusa perfettamente a causa della presenza delle studentesse sui gradini di salita e discesa, può bastare questo comportamento a giustificare addirittura un’apertura in corsa tale da mettere a repentaglio addirittura la vita umana?

Asf a tutto questo replica solo che non sono stati riscontrati guasti sul bus della linea C20. E sugli altri casi denunciati dal sindacato? Silenzio su tutta la linea. Non è una questione di rapporti di forza tra azienda e rappresentanti dei lavoratori. In questo caso, va sottolineato si tratta di servizi pubblici che, oltre tutto, coinvolgono utenti giovanissimi.

Ecco perché la vicenda presenta caratteristiche che richiedono la massima trasparenza e spiegazioni approfondite, tali da non lasciare alcun margine di dubbio alla pubblica opinione e soprattutto alle famiglie che ogni giorno affidano i propri figli ai mezzi e al personale Asf. Ovvero, non bastano le spiegazioni tecniche degli esperti, in casi del genere gli utenti hanno diritto a una rassicurazione piena, senza ombre ed eccessivi tecnicismi. E, magari, se risultasse vero quanto hanno denunciato i genitori sul presunto comportamento “elusivo” del conducente, accertare se ciò si è verificato e perché. Le famiglie devono sapere e tutti gli utenti di Asf pure.

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