«Il Ticino ci fa concorrenza
Ma con la burocrazia»

All’incontro di Confartigianato le testimonianze amare dei comaschi per il nuovo albo nel Cantone. Più difficile lavorare

La nuova concorrenza dalla Svizzera? Si chiama burocrazia. È la reazione amareggiata degli imprenditori comaschi: oltre 200 imprenditori quelli che hanno partecipato al seminario informativo organizzato da Confartigianato Como sulle nuove regole per lavorare in Ticino.

Dal 1 febbraio, infatti, il Consiglio di Stato ticinese, alle aziende del settore costruzioni e della “filiera” casa, chiede l’iscrizione all’Albo delle imprese artigiane per continuare a operare oltre confine. La preoccupazione è per tutti: chi già lavora e per chi intende farlo: le norme si sono fatte più restrittive, i controlli più radicali, le richieste più mirate ma, soprattutto, in questi primi giorni, restano ancora dubbi e perplessità su diversi punti.

Tante le domande e le richieste di chiarimento degli artigiani presenti martedì al centro don Guanella. «Non bastava l’Italia – commenta Bruno Moscatelli, dell’azienda omonima specializzata in arredamenti su misura – ora anche il Ticino incrementa la burocrazia. Requisiti, attestati: diventa sempre più difficile lavorare lì. È complicato anche in un mondo come quello attuale, dove il cliente è abituato a prendersi tempi lunghi per le decisioni e poi magari vuole il prodotto immediatamente. Noi lavoriamo in giro per il mondo e capita, ovviamente, anche in Svizzera: una normativa così stringente, in un paese vicino e con collaborazioni avviate da anni, è una pessima notizia».

«C’è un po’ di preoccupazione – aggiunge Barbara Ramaioli, impresa nel settore ferro – dobbiamo versare la cauzione, l’eventuale iscrizione e l’adeguamento per ogni settore: rischia di diventare ingestibile».

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