“La Traviata” mai così attuale
Alla Scala il capolavoro di Verdi

Sarà il maestro Daniele Gatti a dirigere saba to la leggendaria “prima”

Il regista Tcherniakov: «L’opera torna esempio di contemporaneità»

”La traviata”, ovvero l’opera più amata, forse la più rappresentata al mondo, certo una delle più conosciute.

Il capolavoro di Giuseppe Verdi aprirà sabato la stagione del Teatro alla Scala (diretta su Rai5) e la caccia al biglietto si è fatta frenetica, spasmodica, frustrante. Se sempre un nuovo Sant’Ambrogio mette in fibrillazione il pubblico degli appassionati d’opera figuriamoci quello di quest’anno.

Annunciata un’esecuzione “nuova” e “intimista” della struggente storia di Violetta tratta dal celebre, un tempo, dramma di Dumas figlio “La dame aux camélias”, fonte d’ispirazione di innumerevoli riduzioni teatrali e cinematografiche fra le quali, fascinosa, quella del 1936 con Greta Garbo e Robert Taylor e la splendida regia di George Cukor.

Il ruolo di Violetta è poi, da almeno sessant’anni, indissolubilmente legato alla storica interpretazione di Maria Callas che, in sinergia con Luchino Visconti, siglò per sempre l’immaginario di moltissimi melomani. Celebre, a suo modo, fu anche l’allestimento voluto da Riccardo Muti nel 1990 con la giovanissima Tiziana Fabbricini, meteora che solcò il firmamento lirico per pochi anni.

Ma cosa accadrà la sera della “prima”? Il regista, Dimitri Tcherniakov, attualizza il libretto dell’opera. È lo stesso Tcherniakov ad anticiparlo: «Come è noto - ha detto - “La Traviata” nasce nel 1835. A quel tempo, era un rarissimo esempio di opera lirica che parlava della contemporaneità... Nel corso degli ultimi 160 anni molto è cambiato nei nostri pensieri e sentimenti. Siamo diventati più esperti, più complessi, più sofisticati, più introversi. Tuttavia, la storia di Violetta e Alfredo ci emoziona ancora».

L’edizione di sabato punta le proprie carte sulla voce da soprano lirico-leggero di Diana Damrau. Il ruolo dell’amato Alfredo sarà sostenuto dal tenore polacco Piotr Bezcala, mentre quello dell’inflessibile Germont padre dal baritono serbo Željko Lučić. Russo il regista,Dimitri Tcherniakov, a reggere il vessillo italiano non rimane dunque che il direttore d’orchestra, il milanese Daniele Gatti che ritorna sul podio scaligero dopo tre anni di assenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA