Salvato da un ictus grazie a un infermiere del Pronto Soccorso: «Gli devo la vita, è stato il mio angelo»

La storia È successo domenica scorsa, 4 giugno, a Cantù. Marco Pozzoli è andato al Pronto Soccorso per un dolore. Subito un infermiere, Roberto, si è accorto che qualcosa non andava: la sua tempestività lo ha salvato

Sono le 17 di domenica 4 giugno quando Marco Pozzoli si presenta al pronto soccorso di Cantù con una forte sensazione di malessere. Dopo che ha descritto il dolore che prova, bastano pochi, ma fondamentali, minuti perché l’uomo venga accolto nella sala del Pronto Soccorso e circondato da quattro persone, tra dottori e infermieri. Si accorgono al volo che quello di Marco non è un malessere da sottovalutare, bensì un ictus, e intervengono immediatamente per salvarlo.

Fondamentale per comprendere che le condizioni di Marco sono gravi è il ruolo svolto da un infermiere, Roberto: è lui a rivolgere al paziente le domande necessarie a inquadrarne le condizioni ed è sempre lui a rendersi conto che Marco è un paziente più grave di quanto sembri.

Non c’è stata alcuna esitazione da parte dell’infermiere che infatti ha subito comunicato i suoi timori ai colleghi: i soccorsi a Marco sono stati tempestivi, permettendo così di salvarlo dall’ictus che lo aveva colpito. Marco è pienamente consapevole del ruolo svolto dall’infermiere in questa storia e non ha mancato di ringraziarlo pubblicamente con un post su Facebook.

«Sono arrivato lì e come mi ha guardato negli occhi mi ha detto di entrare: dopo 3 minuti avevo quattro persone addosso tra dottori e infermieri in sala C.. il mio ictus è stato preso in tempo e voglio ringraziare questo ragazzotto un po in carne che ha capito al volo.. se leggi questo mio post per favore scrivimi in privato, o se qualcuno sa chi c’era a quell’ora me lo dica.. Grazie!»

Non solo, nel ricordare la storia Marco ha voluto sottolineare ancora una volta la sua gratitudine per questo infermiere che, grazie alle sue competenze e alla tempestività con cui ha comunicato ai colleghi le condizioni del paziente, gli ha salvato la vita: «Io a questo ragazzo devo la vita e voglio portarmelo dentro. È stato davvero il mio angelo».

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