Longo: «Stiamo migliorando, è chiaro»

Interviste «Me lo dimostrano le prestazioni, perché non è la prima prestazione positiva sotto la mia gestione, i segnali mi erano già arrivati»

Il concetto è: prima o dopo, tutti possono essere determinanti. Titolari e riserve. Questo traspare, anzi è molto evidente, dalle parole di Moreno Longo al termine di Como-Venezia. Su questo sta insistendo fin dal suo arrivo, come conferma con le sue prime parole dopo l’importante terza vittoria casalinga consecutiva: «Forse all’esterno abbiamo dato l’idea di essere, nel primo tempo, solo un gruppo. Nella ripresa, ci siamo trasformati in squadra. Assicuro che su queste cose lavoriamo da settimane. Bisogna anche capire che nel calcio esistono momenti: giocare una partita di questo peso, contro una diretta concorrente, non era facile».

Il motivo è presto detto: «C’era tensione, a volte può subentrare anche preoccupazione, non c’è quella spensieratezza tipica di quando le cose vanno bene. Le emozioni sono dettate dai momenti ed è in quei momenti che abbiamo bisogno del pubblico, dell’incitamento che non è mai mancato».

Ed è lì che voleva arrivare Longo, al 17’ del secondo tempo. Il suo triplice cambio, con l’inserimento di Parigini, Cutrone e Fabregas, tra i boati del pubblico, ha cambiato l’inerzia di una partita sin lì giocata in modo un po’ contratto: «I cambi hanno trasferito energia al pubblico. E il pubblico ci ha seguiti. Io dico sempre che questo connubio è imprescindibile, ma siamo noi a creare le condizioni affinché ci sia».

Longo ha visto passi in avanti, la squadra cresce: «Vero, e mi fa piacere che venga rimarcato. Lo dico per i ragazzi, i veri protagonisti e sempre impegnati a dare il massimo. La crescita è evidente, si sta cercando di lavorare per migliorare gli automatismi, che vanno poi riconosciuti dai giocatori nelle varie fasi di gioco: in B, chi persevera avrà la meglio». Il mister del Como ha apprezzato anche gli aspetti mentali: «C’è una crescita anche in questo senso. La vedo e me l’aspettavo. Me lo dimostrano le prestazioni, perché non è la prima prestazione positiva sotto la mia gestione, i segnali mi erano già arrivati. Quindi, dico bravo a chi è entrato dalla panchina: bisogna sentirsi importanti anche per cinque minuti o per mezz’ora. Con cambi determinanti, il livello si alza»

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