Morta la piccola Ulaan
«Ciao, cara principessina»

La bambina era molto ammalata e aveva solamente cinque anni

Per lei i genitori hanno fatto l’impossibile, tante le iniziative benefiche

«L’unicorno di Ulaan è venuto a prenderla. È stata una partenza lunga e dolorosa»: papà Sebastian Beregaud e mamma Simona Selvaggio hanno dato pubblicamente l’annuncio ieri mattina della morte della figlioletta, di 5 anni soltanto, uccisa dal male contro cui aveva combattuto per mesi strenuamente, con straziante tenacia, da vera piccola, grande guerriera.

Un tormento vano, condiviso - tra picchi di speranza e abissi di angoscia - dai genitori, dagli altri famigliari e da un numero sempre maggiore di persone che via via si erano avvicinate alla lotta contro la malattia della bambina e partecipavano alle iniziative di sensibilizzazione e sostegno.

Battaglia impari

«Ci auguriamo con tutto il cuore che il tuo viaggio sia dolce, allegro com’eri tu», si sono accomiatati mamma e papà dalla loro piccina, vittima di un tumore al cervello che – avevano detto i medici sin dal primo istante – non lascia scampo; nessuno era mai sopravvissuto alla diagnosi, ma per Ulaan i famigliari avevano intrapreso ogni possibile e immaginabile tentativo, incluse terapie sperimentali in centri all’avanguardia in Europa, ultimamente a Colonia, in Germania, da dove erano rientrati da qualche settimana per una pausa nel ciclo di trattamenti.

Ulaan era stata così amorevolmente accolta nell’ospedale “Manzoni” di Lecco, dove riceveva tante visite e, di recente, quella del ciclista Gianni Bugno; prossimamente si sarebbe dovuta svolgere una gara endurance di kart, su una nota pista alle porte di Milano; in precedenza s’era svolto un torneo di burraco in oratorio e, la scorsa domenica, era stata molto partecipata la manifestazione a Barzanò, una biciclettata e una marcia benefiche.

L’addio

Purtroppo, venerdì le condizioni si sono aggravate irreparabilmente. Il funerale della bambina sarà celebrato alle 15 di lunedì, Pasquetta, nella chiesa di Cremella, paese di residenza di altri famigliari, mentre mamma Simona è originaria di Rogeno e il marito è francese; proprio in Francia, la scorsa estate – a casa del nonno paterno – Ulaan si era sentita male; era seguita la drammatica diagnosi: un raro - ed estremamente aggressivo - tumore al cervello, meglio conosciuto con l’acronimo Dipg, situato nella parte centrale del cervello, non operabile.

Innumerevoli, ieri, le reazioni addolorate alla notizia: di solidarietà a mamma e papà e di addio alla «principessa», come Ulaan era stata affettuosamente ribattezzata dai genitori, protagonista di una fiaba senza lieto fine.

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