Nuovo postamat clonato: presi dal conto 2.500 euro

Lipomo La carta non è mai arrivata a casa della donna che l’aveva richiesta. «Ho ricevuto la telefonata di un finto operatore». Poi via ai prelievi indebiti

Un nuovo caso di truffa telematica è stato messo a segno nei confronti di una signora lipomese. La donna, cliente del locale ufficio postale, attendeva la nuova carta bancomat in sostituzione di quella scaduta, che risultava spedita ma mai arrivata a destinazione.

Durante l’attesa ha ricevuto una telefonata che appariva proveniente dall’ufficio postale di via Cantaluppi: l’operatore, qualificandosi come Alberto Selleri - dipendente dell’ufficio - comunicava di essere a conoscenza dei dati della signora e assicurava la cliente che le avrebbero consegnato il nuovo bancomat entro pochi giorni, chiedendo però la conferma del numero civico della sua abitazione. Cosa che la signora gli ha comunicato.

Il racconto

«In quel periodo, quando ho ricevuto la telefonata, mi trovavo fuori casa. Dopo qualche giorno, rientrata a Lipomo ho contattato l’ufficio per chiedere notizie – racconta la signora –. Sono venuta a conoscenza che la telefonata mi è stata fatta da uno sconosciuto “dipendente” mai impiegato nelle poste di Lipomo. E con mia grande sorpresa ho scoperto che con il nuovo bancomat che aspettavo avevano effettuato a mia insaputa, senza dare il pin, ma semplicemente segnalando allo pseudo dipendente il numero civico di casa, alcuni prelevamenti dal mio libretto postale».

«Il mio nuovo bancomat – precisa la signora – non è mai arrivato a destinazione al mio indirizzo di Lipomo. Ho appurato che il documento era stato intercettato a Firenze. E con questo erano stati fatti più prelievi a Napoli, due anche nello stesso giorno, per una somma totale di 2500 euro».

La lipomese ha denunciato l’accaduto ai carabinieri e ha disconosciuto le operazioni presso la posta, la quale, però, dopo la compilazione della contestazione di addebito, ha parzialmente accolto le richieste della cliente, adducendo qualche riserva sulla legittimità delle operazioni, restituendo il 50 per cento dell’importo fraudolentemente sottratto dal suo libretto.

Le forze dell’ordine spiegano come questo non sia un caso isolato, anzi, dal 2020 (con l’incremento dell’utilizzo dei servizi online) episodi simili sono ormai all’ordine del giorno sia a Como, come in altre città.

Le Poste, contattate da La Provincia, hanno rimandato a lunedì un commento sull’accaduto.

Consigli

Tuttavia sia dalla Posta che dalle banche viene ricordato che è importantissimo controllare il proprio conto online tutti i giorni, non divulgare mai i propri codici segreti, non considerare come attendibili sia la messaggistica della propria banca sia per il canale sms che telefono e quindi, a fronte di comunicazioni che chiedono di svolgere un qualche accesso online, contattare direttamente la filiale di competenza per chiedere conferma.

Allo sportello, per tentare di evitare di trovarsi il proprio bancomat clonato, prima di fare un prelievo di contanti, osservare l’apparecchiatura alla ricerca di anomalie e modifiche, in particolare controllare la presenza di forellini sulla verticale o diagonale della tastiera, perché potrebbe esserci una microtelecamera. Inoltre controllare se la fessura dove si inserisce la tessera è ben fissa. Se si muove o si stacca, potrebbe significare che è stata coperta con uno “skimmer”, ovvero l’apparecchiatura che ruba i codici del bancomat.

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