Palazzetto Parini pronto a fine settembre: «O il contratto verrà rescisso»

Cantù I lavori all’impianto proseguono, ma lentamente: concluso il 75% delle opere. L’assessore Cattaneo: «Un ritardo dovuto anche alle scelte della passata amministrazione»

Tempo poco più di due mesi e il 30 settembre l’amministrazione si troverà di fronte a un bivio scomodo: o i lavori di riqualificazione energetica del palazzetto Parini saranno conclusi, o a concludersi sarà il contratto, con la risoluzione.

Le conseguenze

Il che aprirebbe la strada che si dipana tra perizie e tribunali, bloccando l’opera forse per anni. Ipotesi che, pensando all’abbozzo scheletrito del PalaTurra che resta in corso Europa, mette i brividi. Soprattutto alle società sportive, Libertas e PgC in prima fila, che già oggi devono arrangiarsi, senza impianto, nomadi per il Comasco.

Il quadro è chiaro, e, secondo l’assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Cattaneo, lo sarebbero anche le responsabilità politiche, imputabili alla giunta che avviò la progettazione dell’intervento, quella guidata da Claudio Bizzozero: «Politicamente io mai avrei fatto la scelta di andare a riqualificare una struttura di quel tipo. Hanno guardato ai pannelli solari e non a rendere stabili le fondamenta».

Vicenda che è approdata in consiglio, quando il gruppo consiliare Pd-Unire Cantù-CanTu con Noi ha presentato una mozione urgente per chiedere alla giunta di valutare se il ritardo accumulato porti all’applicazione di circa 150mila euro di penali. Una cifra che, per il codice degli appalti pubblici, essendo superiore al 10% dell’importo totale dei lavori potrebbe giustificare la risoluzione del contratto. Le cose stanno effettivamente così, la norma lo prevederebbe. Ma si è scelto di dare alla Athanor Consorzio Stabile, l’associazione temporanea di imprese che sta eseguendo i lavori sul Parini, e che a quanto pare vede una delle aziende in affanno, come dichiarato dal rappresentante legale Domenico Di Fonzo, la scadenza ultima del 30 settembre.

«Per allora – conferma Cattaneo – i lavori dovranno essere conclusi, oppure si dovrà risolvere il contratto». L’opera è completata al 75%, manca un importante intervento di consolidamento che si rende necessario sulla parte dell’edificio che dà sulla biblioteca e che vedrà posizionare dei pilastri. «La bonifica dell’amianto sulla copertura è conclusa – spiega – anche l’ultima campata è stata rimossa. Sono state consegnate decine di migliaia di euro di serramenti. Entro la fine del mese speriamo siano pronti per intervenire sulla parte strutturale». Per la fine di settembre tutto dovrà essere terminato. Un agosto rovente, non solo per le temperature.

Una lunga vicenda

«Altrimenti – prosegue Cattaneo - il Comune dovrà giocoforza rescindere il contratto, e si innescherebbe una vicenda lunga e dolorosa per l’impresa e terribile per noi. Dobbiamo assolutamente provare a portare a conclusione un cantiere per il quale mancavano tre mesi di lavori, oggi due. Se per settembre non sarà chiuso i responsabili dovranno risponderne. Ma credo che ci sia davvero tutto l’interesse a terminare». Con il rischio di vedere revocato anche il contributo regionale da oltre un milione di euro ricevuto.

«Oggi ci siamo noi, come amministrazione – commenta – ed è ovvio che dobbiamo giocare questa partita. Ma l’errore è stato originario, un errore politico ben chiaro fatto nel 2016, da parte di chi ha promosso questo intervento. Io io mai avrei fatto la scelta di andare a intervenire in quel modo su una struttura di quel tipo, una struttura che doveva essere fatta stare in piedi. Hanno guardato ai pannelli solari e non alle fondamenta. Ci hanno lasciato un progetto che non prevedeva neanche le lampadine e le piastrelle nei bagni».

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