Poste, da giugno cambia tutto
Consegna a giorni alterni

La Uil: «Sarà il caos». Garantiti quotidiani e raccomandate

Posta a giorni alterni da quest’estate a Como e provincia. Per la Uil sarà un caos, verrà meno il servizio di recapito universale. Giovedì Poste Italiane ha fissato un’importante riunione a livello regionale, secondo il sindacato il piano, già firmato nelle sue linee generali il 24 febbraio, imprimerà una forte accelerazione per far partire a Como il recapito della posta a giorni alterni da giugno, nelle più rosee prospettive da settembre. Mettere le lettere nelle cassette dei cittadini un giorno sì e uno no è già una realtà nella nostra Val D’Intelvi, una delle prime zone italiane scelte per testare questo nuovo sistema. Ma dal 22 febbraio anche altre cittadine italiane, come pure degli importanti capoluoghi, ricevono la posta a giorni alterni, per esempio Piacenza, Forlì, Cesena, Parma. Il territorio dell’Emila-Romagna in particolare ha cercato di contrastare questo taglio alzando la voce e rivolgendosi perfino all’Unione Europea, chiedendo che venga garantito il servizio postale universale. Eppure questa decisione, le stesse Poste lo hanno confermato a più riprese, sarà introdotta gradualmente entro il 2017 in 5267 Comuni, dove c’è una densità di popolazione inferiore ai 200 abitanti per chilometro quadrato. Toccherà quindi più o meno il 23% degli italiani, comaschi compresi. Verrà però creata la figura del “postino plus” per la consegna tutti i giorni della posta prioritaria, quindi le raccomandate da firmare, le assicurate, gli atti giudiziari, gli abbonamenti ai quotidiani e gli avvisi di Equitalia. Poste Italiane, contattata, per il momento non rilascia dichiarazioni. «Questa scelta sta combinando guai in Emilia come in Sicilia – commenta Giuseppe Incorvaia di Uil Poste Como – è un vero caos. Giovedì nel vertice l’azienda stringerà i tempi per il via libera alla posta alternata anche a Como, in città come in provincia, non più solo in Val d’Intelvi. Poste Italiane vuole diventare una banca, sta dismettendo il servizio di recapito. Il “postino plus” non basterà per coprire zone così vaste. Il taglio di posti previsto è di 798 addetti al recapito su 4500 lavoratori in Lombardia, è un disastro. Non siederemo al tavolo, siamo l’unico sindacato che non ci sta». «Siamo stretti in una morsa – replica Stanislao Pisani rappresentante di Cisl Poste Como – il tema sul tavolo del vertice di giovedì è cosa nota, ho paura che il muro contro muro serva a poco. Quanto ai tagli il personale non verrà licenziato, ma ricollocato».

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