Sacchetti: «Non caliamo l’attenzione»

Intervista A presentare la sfida, come sempre, il coach. Questa volta più in vena di “carota” che di “bastone” per i propri giocatori

Vietati i cali di concentrazione. Perché, alla luce delle recenti buone prestazioni, è fondamentalmente questo il pericolo maggiore che può correre la S.Bernardo Cantù. Soprattutto contro una neopromossa come Agrigento, ma che ha brillantemente superato il salto di categoria, con un minibilancio di tre vittorie e di altrettante sconfitte, che la pone serenamente a metà classifica.

A presentare la sfida, come sempre, coach Meo Sacchetti. Questa volta più in vena di “carota” che di “bastone” per i propri giocatori.

A partire da un dato – quello della difesa – e dalla partita vinta brillantemente a Piacenza: «La difesa è stata importante per l’attacco – ha detto il coach -, in generale a Piacenza è stato importante l’approccio, ancora di più perché messo in pratica fuori casa. Abbiamo tenuto l’atteggiamento giusto per tutto il primo tempo e, dopo l’intervallo, siamo ripartiti con lo stesso piglio. Le cose poi sono andate nel verso giusto ed è stato tutto più semplice. Che dire? Che da questo punto di vista siamo nettamente in crescita».

Ecco perché sarà importante – e Sacchetti si aspetta conferme – replicare ogni singolo aspetto positivo contro Agrigento: «Non deve calare l’attenzione. Perché abbiamo visto chiaramente cosa può accadere quando succede: Trapani per esempio è rientrata in partita. Questo sarà quindi un bel banco di prova anche sotto altri aspetti. Noi ovviamente non dobbiamo avere paura di nessuno, nello sport non esiste. Rispetto sì, in particolare di Agrigento, perché è una squadra che ha qualcosa dentro».

Non è un mistero che al coach piacciano squadre come quella siciliana: «Non conoscevo bene la A2 all’inizio, ora sto scoprendo questo tipo di squadre che mettono in campo tutto quello che hanno: è il bello della pallacanestro. Visto Trapani che spirito? L’abbiamo ammirato sia in Supercoppa, sia in campionato. Ora comincio a vedere questa caratteristica anche in noi, ma non vi dico nulla sul tema tattico della partita: è un segreto…».

Problemi nel giocare a mezzogiorno? «Abbiamo fatto un paio di sedute per abituarci. Il vero problema è che il nostro ragazzino è dovuto uscire da scuola in anticipo…»

© RIPRODUZIONE RISERVATA