Legner, la leggenda austriaca vince il torneo di Cantù

Carrozzine È lui il vincitore della quarta edizione del torneo internazionale di tennis in carrozzina “Città di Cantù”, battendo Charrier

“Never give up”, non mollare mai, non è solo una frase motivazionale ma, soprattutto, un modo di essere, un metodo per affrontare la vita. Martin Legner, austriaco, questa filosofia dell’essere la interpreta alla perfezione oltre che esibirla con orgoglio sulla maglietta.

È lui il vincitore della quarta edizione del torneo internazionale di tennis in carrozzina “Città di Cantù”, battendo in tre set tiratissimi e aperti a ogni esito il francese Nicolas Charrier per 7-6 1-6 7-6.

Partita entusiasmante seguita da un pubblico numeroso e ammirato da quanto i due giocatori proponevano sotto un cielo plumbeo che si è solo limitato, fortunatamente, a minacciare pioggia. La leggenda austriaco, classe 1961 (avete letto bene), presente in otto edizioni di Paralimpiadi, 345 titoli internazionali in bacheca e per diversi anni numero uno al mondo, ha dato sfoggio del suo talento e della sua classe, un mix vincente di tecnica e tattica, tenendo a bada l’esuberanza del francese 20 anni più giovane annulandogli pure un match ball. Oramai beniamino di casa, alla sua quarta partecipazione è riuscito a centrare l’obiettivo e ha promesso che tenterà il bis il prossimo anno.

Anche nel singolare femminile la finale è stata un ottovolante di emozioni e si è decisa al terzo set, dopo una partita interminabile ed equilibratissima durata tre ore. Ha avuto la meglio la francese Paulin Cauderon, già vincitrice lo scorso anno, sulla brava Marianna Lauro per 7-6 4-6 7-6.

Nei quad confermato il pronostico della vigilia, con il favorito Saja Aberto, fresco campione d’Italia, che ha prevalso per 6-3 6-2 sul Alfredo Di Cosmo.

Parla francese il doppio maschile con la coppia Olivier Langlois-Yoann Quilliou che, tranne qualche difficoltà nel primo set vinto per 7-5, ha avuto poi strada libera nel secondo set imponendosi con un netto 6-0 sul duo croato-greco formato da Anto Joskic e Giorgos Lazaridis.

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