C femminile in fermento
Si riparte a marzo?

E’ prevista per lunedì una riunione tra il Comitato Regionale della Fip e le società di serie C femminile per sondare il terreno in vista dell’inizio

E’ prevista per lunedì una riunione tra il Comitato Regionale della Fip e le società di serie C femminile per sondare il terreno in vista di un eventuale inizio del campionato.

Il piano che illustrerà il Crl è lo stesso adottato per la serie D maschile: per queste categorie non c’è l’obbligo di disputare almeno 14 partite, e dunque anche in presenza di adesioni ridotte (le iscritte sono 28), il campionato potrà partire anche a marzo inoltrato. Chi rinuncia verrà retrocesso, salvo poi ripescaggi.

Sul fronte comasco la risposta è abbastanza positiva: sono per il sì al campionato tre squadre su cinque.

Il Btf 92 Cantù si era già attivato in anticipo. «Siamo alla terza settimana di allenamenti, con tre sedute a settimana ma molto blande – spiega Valerio Rossi – . Su una rosa di 15 giocatrici sono presenti in 10, più un paio in attesa di rientrare, e Arduini che il 25 febbraio avrà l’ultimo controllo ortopedico. Hanno smesso Mauri e Mecani». Quanto al campionato «noi siamo favorevoli: non ha senso dal punto di vista agonistico, ma serve per dare un segnale di ripartenza. Però senza retrocessioni sul campo, viste le complicazioni che potrebbero derivare dal Covid». Iniziati anche gli allenamenti dell’U14.

Martedì 16 invece tornano al lavoro Sant’Ambrogio Mariano e Basket Como. «Noi diciamo di sì al campionato – dichiara Dionigi Cappelletti del Sant’Ambrogio -. Abbiamo infatti dieci giocatrici che si sono dette disponibili per gli allenamenti e per l’eventuale campionato; cinque invece hanno rinunciato per motivi di prudenza e di lavoro. Faremo due sedute a settimana: dopo un lungo periodo di inattività, dobbiamo cominciare a prepararci nel caso ci siano delle partite».

Da parte del Basket Como «abbiamo deciso di rispondere positivamente, anche ad un’eventuale ripresa del campionato, sempre che la situazione epidemiologica non peggiori – sottolinea Luciano Mastrapasqua -. E oltre al primo tampone previsto dal protocollo, ne faremo uno ogni settimana per maggiore tutela delle giocatrici. La squadra sarà quasi al completo: presenti 12 ragazze su 15, con due allenamenti settimanali».

Dicono no invece le altre due formazioni comasche. «Non abbiamo i mezzi economici e il personale per gestire il protocollo – fa presente Fermo Verga della Vertematese -. Non iniziamo neanche gli allenamenti. E le giocatrici sono in linea con la decisione della società. Aggiungo che non ha senso cominciare adesso per rischiare di chiudere di nuovo: meglio ripartire dopo le vaccinazioni a settembre. Per le giovanili aspettiamo marzo per vedere se fare allenamenti, ma all’aperto”.

«Rinunciamo al campionato – dice Guido Corti della Polisportiva Comense - perché non abbiamo le risorse economiche per gestire i protocolli. E non possiamo indebitarci per giocare un campionato che senza pubblico non ha nemmeno una vetrina. Preferiamo conservare i ristori e i contributi comunali per la crescita del minibaske».

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