Nel segno di Meo, l’incontentabile

Il personaggio Non era scontato che il ct della Nazionale, silurato pochi giorni prima dal presidente federale Petrucci, scendesse in A2

Nel segno di Meo. L’anno che si è chiuso e l’anno che verrà sono già caratterizzati dall’impronta del nuovo tecnico della Pallacanestro Cantù. Una scelta apparsa sorprendente, un cambio di guida a sorpresa – per l’autorevolezza della scelta - dopo la mancata promozione con coach Marco Sodini.

Non era scontato che il ct della Nazionale, silurato pochi giorni prima dal presidente federale Petrucci, scendesse in A2. Ma è del tutto evidente la mano del nuovo allenatore in tutte le questioni. Ha chiesto determinati giocatori, ha dato nel tempo un’impronta alla sua squadra. Un processo ancora in corso, ma i risultati già si vedono, certificati dal primo posto in campionato e dalla semifinale di Coppa Italia appena conquistata.

Sarà quindi una Cantù ancora protagonista su due fronti quest’anno. Con tutta la voglia di arrivare fino in fondo anche stavolta, ma con l’obiettivo che si trasformino in traguardi centrati. Perché il 2022, purtroppo, si è chiuso con una sconfitta in finale di Coppa Italia contro Udine (con mille giustificazioni, soprattutto legate alla condizione dei giocatori) e la sconfitta in finale playoff contro Scafati. Ora, tutti si aspettano il passettino in più, la vittoria.

E gran parte della responsabilità e delle aspettative grava sulle spalle esperte di Sacchetti. Che ha avuto fin da subito un approccio deciso, consapevole del compito che gli sarebbe toccato. Sa perfettamente dov’è capitato («La storia non si compra, si ha»), da subito ha fatto richieste precise: «Il primo tassello è un playmaker, perché fa diventare i giocatori migliori. E poi un lungo che sappia anche tirare». In un batter d’occhio sono arrivati un play puro come Rogic e Baldi Rossi, un cecchino da 3. E un “centrone” come Hunt. Una “moral suasion” non indifferente da parte del coach.

Cosa ha fatto Sacchetti dal primo giorno di preparazione? Ha risvegliato un gruppo per larga parte confermato (cinque), ha dato motivazioni ai nuovi, eccezion fatta per un Pini con cui è entrato in rotta di collisione nelle scorse settimane e ormai fuori dal progetto tecnico, in attesa di (improbabili) riavvicinamenti.

Il roster è di primissimo piano ma solo per pochi turni ha potuto sfruttarlo al completo. Ed è questo un altro punto a favore di Meo. Che fino a dicembre ha dovuto rinunciare a Stefanelli, perdendo in una sola occasione contro Cremona. Ora che è tornato, lo sta reinserendo nelle rotazioni. Con un denominatore comune: Cantù continua a vincere.

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