Bigby-Williams incolore
Ma è prematuro giudicarlo

Il centro inglese non ha certo convinto all’esordio, ma ha tutte le attenuanti.

Inutile nasconderselo né girarci troppo attorno: dall’esordio di Kavell Bigby-Williams ci si sarebbe aspettato qualcosa di più e di meglio. Coach Pancotto gli ha dato fiducia già nel 1° quarto, schierandolo al 6’ (22-9) per toglierlo al 3’11” del 2° quarto (40-31). Nell’intertempo un gancio(ne) cielo che non è arrivato al ferro e una conclusione sballata. Seconda apparizione al minuto 26’52” (67-57) durata lo spazio di un minuto (67-63 al 27’50”) per limiti evidenti. In totale, 8’10” con 0 punti, 1 rimbalzo difensivo, 1 palla recuperata, 1 fallo commesso, -9 di plus/minus e -1 di valutazione. Insomma, si poteva fare meglio.

Fotografata la sua prestazione, va altresì aggiunto che il centro britannico ha tutte le attenuanti del caso perché non giocava una partita da 9 mesi, aveva iniziato ad allenarsi in Brianza non più tardi del lunedì precedente, doveva capire dove era arrivato, che tipo di campionato sia la serie A, quali sono caratteristiche, qualità, pregi e difetti dei compagni, sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda della squadra e così via.

Per cui, sarebbe ingiusto metterlo in croce dopo questa prima apparizione, concedendogli invece tempo per realizzare il tutto.

E poi, non sempre la prima partita in assoluto di un nuovo giocatore è significativa per descriverne le doti. Si prenda ad esempio Patrick Calathes che approdò da queste parti alla fine del girone d’andata della stagione 2016-17 e che nel suo battesimo con la maglia canturina lasciò tutti a bocca aperta nel derby con Milano (19 punti in 29’ con 7/10 dal campo, ¾ dalla lunetta e 8 rimbalzi) facendo presagire chissà che, mentre in seguito non tenne affatto fede alle attese disputando un’annata anonima.

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