Tifosi con la squadra
Gruppo di cuore

L’omaggio a Moutir Chajia (con La Gumina che segna e mostra la sua maglia)e il primo gol di Gabrielloni

Non era una trasferta impossibile, ma certo non è mai agevole spostarsi in una fredda serata di inizio dicembre, in un turno infrasettimanale tutt’altro che semplice. Ed infatti la gara dei circa 150 sostenitori del Como, sistemati nel settore ospiti dello stadio Tombolato, non è stata quella che ci si aspettava.

Erano arrivati in terra veneta con la voglia di mettere uno sgambetto al Cittadella e provare ad uscire dal limbo in cui stazione la formazione lariana: per ora né carne né pesce. Una caratteristica che – per una neopromossa – ha comunque sfumature di positività perché vuol dire tenersi a distanza più o meno debita dalla zona calda della classifica. Ma, di contro, non permette mai di pensare a qualcosa in più, di fare un salto di qualità che la formazione di Jack Gattuso, forse, non ha nelle corde. Per ora va bene così, ci mancherebbe.

Nella sfida del Tombolato sicuramente un ruolo chiave l’hanno avuto anche le assenze a cui ha dovuto far fronte l’allenatore del Como. A cominciare da quella pesante di Moutir Chajia (con La Gumina che segna e mostra la sua maglia), che tanto aveva dato fino a questo punto del campionato. E anche i tifosi lo hanno percepito, tanto che gli hanno dedicato un coro nel corso della partita. Stesso trattamento ed applausi di incoraggiamento i 150 del Tombolato li hanno rivolti a Ioannou, uscito anzitempo – dopo una decina di minuti – anche lui per infortunio. E questa certamente non è una bella notizia per il prosieguo della stagione.

Freddo e pensieri, con alcuni sussulti però. Illusioni, verrebbe da dire. A cominciare dal palo di Nino La Gumina, l’ottavo colpito dal Como nelle prime quindici giornate di campionato (se non è un record, poco ci manca…).

E poi la rete di Gabrielloni, la sua prima in serie B che ha alimentato le speranze del Como e reso più caldi i cuori dei suoi magnifici e stoici tifosi. E poi l’esplosione quando ormai non si credeva più di tornare a casa con un risultato positivo. Fino al rigore segnato al fotofinish.

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