Cantù, il presidente antimafia
«Testi non intimiditi?
Hanno paura, è chiaro»

Forte (M5S) guida la Commissione regionale Martedì era in Tribunale a Como: «Ora verremo sempre»

«Sebbene i testimoni abbiano assicurato al pubblico ministero di non aver subito intimidazioni, dal tono della voce e dai volti trasparivano in maniera evidente paura e timore». Non solo.

Tra il pubblico che ha assistito all’udienza, «c’era una massiccia presenza di donne, parenti degli imputati, che davano sostegno agli imputati stessi, commentando in continuazione ogni parola detta dal presidente, dal pubblico ministero e dai testimoni. Una presenza che va controbilanciata con la presenza al processo delle istituzioni assieme alle associazioni antimafia del territorio».

Le constatazioni sono del presidente della Commissione Antimafia di Regione Lombardia Monica Forte, Movimento 5 Stelle, presente l’altro giorno in udienza. La Forte, l’altro giorno, era in aula per provare a far sentire ai testimoni la vicinanza delle istituzioni. Nell’idea di aiutarli a vincere la paura di raccontare la verità. Anche la Forte ha preso atto delle dichiarazioni in disarmonia con quanto messo in precedenza, sempre dai testimoni, a verbale. Addirittura: il disconoscimento delle intercettazioni telefoniche.

Sono state raccolte, l’altro giorno, le deposizioni di alcuni testimoni chiave. Tra cui Mirko Pagani del locale notturno Spazio. A cui era stato bruciato lo striscione esterno. E alcuni testi oculari di pestaggi. O persino sparatorie. Anche qui in stile “ma no”, o “non so niente non ho visto niente”.

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