Cantù, stop no vax in casa di riposo
Prime sospensioni per i dipendenti

Attivati mercoledì tre provvedimenti alle Rsa della Fondazione Garibaldi Pogliani. Il presidente: «Chi non ha fatto il vaccino antiCovid non può lavorare né rientrare nei reparti»

Lo si era detto: con il 1° settembre, giusto l’altroieri, sarebbero partite le sospensioni. «All’interno delle nostre Rsa, chi non è vaccinato non sta lavorando: stiamo aspettando che tre persone decidano in sostanza cosa fare, ma altre mansioni non ce ne sono, e così, senza vaccino antiCovid, nei reparti, non rientrano».

A confermare quindi quanto annunciato, Silvano Cozza, presidente della Fondazione Garibaldi Pogliani onlus, l’ente che ha in gestione tre Rsa, due a Cantù, in via Galimberti e in via Fossano, e una a Capiago Intimiano. E che, prima ancora del decreto legge del Governo Draghi, aveva annunciato la linea dura. Di recente, l’ultimatum a tre dipendenti tra i sanitari, di fatto infermieri e operatori socio-sanitari in senso stretto, era arrivato nella seconda metà d’agosto: senza evidenza del vaccino effettuato entro il 31 agosto, con l’inizio di settembre, sarebbe arrivata la sospensione. Anche dello stipendio.

E questo, dopo gli approfondimenti di Ats Insubria. Che, come aveva già detto la presidenza della Fondazione, comportano una scelta senza alternative: o la vaccinazione, o la sospensione.

Erano cinque, due ripensamenti

I non vaccinati erano in tutto, di recente, cinque. Ma altri due avrebbero avuto un ripensamento. Nonostante, a quanto sembra, abbiano presentato in precedenza della documentazione per chiedere l’esenzione per motivi sanitari. Infine, avrebbero comunque deciso di vaccinarsi. Facile che abbia inciso lo spettro di rimanere senza un’entrata mensile.

«Vediamo ora cosa succederà con i tre non vaccinati - dice Cozza - mi sono confrontato con la direzione sanitaria. Comunque, nei reparti, si entra solo se vaccinati: nemmeno con i tamponi». Una linea che ricalca quanto deciso a livello legislativo. «Queste tre persone non sono licenziate, ma nei reparti non entrano - prosegue Cozza - A garanzia degli ospiti. Altre mansioni non ce ne sono. Anche perché sono assunti loro stessi con una propria mansione».

Evitare il contatto con gli anziani

Alla Garibaldi Pogliani, il fronte del “no” si era assottigliato nel corso dei mesi. A fine marzo, erano stati in tutto nove i dipendenti raggiunti da una lettera della Rsa.

Quest’estate, quindi, Ats Insubria, sulla base del successivo passaggio di legge, aveva inviato le comunicazioni agli operatori sanitari non vaccinati. Da subito, qualcuno era più orientato su posizioni “no vax”. E si può immaginare che non abbiano cambiato idea proprio i più convinti, contrari all’obbligo vaccinale. All’ultimo bivio, o il vaccino o niente stipendio, sono quindi rimasti, appunto, in tre. Per una scelta che, viste le conseguenze, certo non si prende nemmeno, come si può immaginare, a cuore leggero.

La preoccupazione principale, per la direzione, è che i non vaccinati non entrino in contatto con gli anziani ospiti, viceversa vaccinati in massa. Le numerose morti che, in genere - se si ricorda poi il caso della Lombardia - erano avvenute proprio nelle Rsa, significano, per la Garibaldi Pogliani, che i più anziani non possono più rischiare oltre.

Christian Galimberti

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