Qualità della vita in picchiata
Como perde dieci posizioni

Siamo allo stesso livello di Isernia e 98esimi in Italia per furti in abitazione

Una città e una provincia che vivacchiano: nel complesso, arretrano di dieci punti in un anno nella classifica nazionale della qualità della vita e si pongono al 55esimo posto, alla pari di aree come L’Aquila ed Isernia. In settori particolari, il benessere, i servizi, l’ambiente e la salute, la velocità della giustizia, si mantengono nella parte alta della graduatoria, ma finiscono in fondo per l’incidenza dei furti nelle abitazioni, restano stagnanti per gli investimenti nel capitale umano, il volontariato perde smalto e alla domanda:«Dimmi se sono felice», i comaschi rispondono con un nì.
Senza infamia e senza lode: è il giudizio definitivo che sembra uscire dal consueto rapporto del «Sole 24 Ore» sulla qualità della vita nelle province italiane. Como e la sua terra sono quasi sempre a metà, nelle molteplici tabelle che analizzano lavoro e casa, cultura e strutture, ordine pubblico e popolazione, ma anche la percezione dei problemi manifestata dagli abitanti. Per il tenore di vita, è al 19esimo posto nella graduatoria nazionale e al quinto in Lombardia e l’anno scorso, la ricchezza prodotta da ogni comasco è stata di 26.372 euro a testa, ben lontana dai 39.442 euro di Milano ed inferiore di 2.000 euro a Sondrio o Varese e rispetto ad altre città lombarde, i comaschi hanno meno soldi in banca, un po’ erosi dal carovita, dal carocasa, dai consumi concentrati su auto, mobili ed elettrodomestici. Per le pensioni, sono tra i primi 20 posti in italia, con circa 800 euro al mese pro capite, ma chissà se dureranno le caratteristiche che hanno fatto crescere il nostro territorio: lo spirito d’iniziativa s’è raffreddato al punto da congelare la provincia di Como al 90esimo posto in Italia per la nascita delle imprese, superata da aree impesansabili, al confronto, come Campobasso o Ragusa. Tra settembre 2007 ed ottobre 2008, hanno chiuso 15 imprese su mille, nel comasco, il doppio rispetto a Sondrio, come l’importo pro- capite dei protesti, 28 euro, è quasi il triplo rispetto a Belluno, quasi il 4% degli attivi è in cerca di lavoro e per fortuna i giovani tra i 25 e i 34 anni occupati sono il 75%, tanto da collocare Como al 22esimo posto in Italia per l’occupazione giovanile. Ma la dispersione scolastica è ancora dell’1%.

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