Corda esce finalmente allo scoperto
«Non è il mio Como, e torneremo in A»

Intervista al personaggio più discusso dell’estate azzurra: «Mi contattò Angiuoni, a marzo, poi sono sempre stato dietro le quinte. È un reato?»

La verità di Ninni Corda. Personaggio molto discusso, indimenticabile nel bene per qualche tifoso, insopportabile per altri. Ma che ora ha comunque deciso quantomeno di uscire allo scoperto, anche perchè ha un ruolo ufficiale, quello di collaboratore tecnico del Como, che glielo consente. E, dice, che aveva lui per primo voglia di chiarezza. Ve ne offriamo un’anticipazione.

Cominciamo proprio da qui, da questa necessità. Chiesta dalla piazza, desiderata anche da lei.

Sì, perchè nascondere le cose crea soltanto equivoci. E ne ha creati anche qui.

Effettivamente, di equivocabile per quanto la riguarda c’è parecchio. La facciamo un po’ di chiarezza? Tanto per cominciare, è vero che lei è la mente di questa operazione di acquisizione del Como?

Io ero stato contattato da Angiuoni qualche mese fa. Lui è rimasto un mio amico, sempre. E per quanto ne so è stato anche uno dei migliori presidenti del Como, il migliore degli ultimi anni. Mi ha chiesto una mano per salvare il Como. Direi a marzo. Ci siamo visti, e io ho contattato delle persone che ritenevo adatte per questa operazione. Diciamo che io sono stato dietro le quinte, questo non mi sembra un reato né sportivo né penale...

Corda, però qui c’è gente che per colpa sua ha deciso di lasciare il Como, e c’è chi vede davvero con diffidenza la sua presenza...

Non capisco perchè non ci siano state reazioni simili quando si parlava di Moggi,che sappiamo tutti che stava dietro la Essien. E poi, qui a Como c’è stato anche un giocatore squalificato a lungo per le scommesse che andava in campo tranquillamente, senza che nessuno protestasse... Perchè a me fanno la morale tutti i giorni? Ho sbagliato, ho pagato, anche troppo visto che la richiesta della Procura era molto inferiore a quello che mi è stato dato... Allora, perchè?

Forse perchè, oltre al fatto della squalifica, c’è qualche cosa di lei che non piace...

E questo mi dispiace, anche perchè credo di essere cambiato. Io spero tanto che qualcuno ci ripensi, mi riferisco in particolare a Centi. Questo non è il Como di Corda, ci sono anch’io. Ma sono qui perchè amo questa squadra. E vi dico anche che tra qualche anno questo gruppo sarà in grado di portarla in serie A. Non ci credete? La potenzialità c’è.

La lunga - e completa- intervista sul quotidiano La Provincia in edicola giovedì 17 agosto 2017.

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