Anziana cadde dalla barella e morì
Il pm: nessuna colpa dell’ospedale

Chiesta l’archiviazione del fascicolo, ma la famiglia della signora di 91 anni si oppone chiedendo altre indagini

La signora è morta per una «grave patologia organica naturale» anche se la caduta dalla barella dove era stata collocata al pronto soccorso «alterò il già precario equilibrio» messo a dura prova dalla caduta precedente, avvenuta in casa, che l’aveva portata in ospedale.

Un decesso avvenuto per un’insufficienza cardio respiratoria acuta dopo che la signora era giunta al pronto soccorso del Sant’Anna tranquilla e collaborante, particolare che non poteva far prevedere – secondo il pm – la necessità di presupposti particolari di contenimento come la vigilanza oppure le spondine alla barella da cui poi cadde.

Le motivazioni

Con queste motivazioni la Procura, in un atto a firma del pubblico ministero Simone Pizzotti, ha chiesto al gip l’archiviazione del fascicolo per omicidio colposo che era stato aperto in seguito al fatto di cronaca avvenuto al pronto soccorso dell’ospedale il 9 febbraio di quest’anno. Una donna di Como, 91 anni, era arrivata al Sant’Anna con una ferita al capo successiva ad una banale caduta in casa, ed era poi deceduta solo pochi giorni dopo senza aver mai lasciato l’ospedale.

Nel ricovero, come detto, non erano mancate problematiche, compresa una caduta dal lettino mentre l’anziana era al pronto soccorso, che aveva portato alla rottura di un femore e alla necessità di un intervento chirurgico che però non era mai stato effettuato, proprio in seguito a problematiche nate dopo il ricovero. Sulla vicenda, la procura aveva aperto un fascicolo per verificare eventuali responsabilità.

«Non facciamo questioni di risarcimenti – aveva precisato all’epoca l’avvocato Antonio Lamarucciola, firmatario dell’esposto per conto dei figli dell’anziana deceduta, classe 1931 – Quello che vogliamo è che ci siano dette le cause del decesso».

Ora, ad indagini concluse, la Procura ha scelto di chiedere l’archiviazione del fascicolo riconoscendo che la caduta dalla barella giocò comunque un ruolo, seppur non primario, nel precipitare degli eventi, ma senza tuttavia ritenere di poter formulare una ragionevole previsione di condanna proprio perché non erano prevedibili particolari esigenze di vigilanza sull’anziana giunta al pronto soccorso.

La famiglia si oppone

La decisione del pm è stata notificata alla famiglia della vittima che si è opposta all’archiviazione, motivo che poterà il giudice delle indagini preliminari a fissare una apposita udienza per valutare la situazione. La data non è ancora stata fissata.

Secondo l’avvocato Lamarucciola, che assiste i parenti dell’anziana, la caduta dalla barella fu una concausa che portò al decesso, visto che gli stessi consulenti del pm parlarono di quella caduta come «destabilizzante» per il quadro clinico. Per i famigliari dunque la sorveglianza dell’anziana – rimasta da sola al pronto soccorso – avrebbe dovuto essere «necessaria», oppure affidata ai parenti che invece non furono fatti rimanere all’ospedale.

Da qui la richiesta di un supplemento di indagini (con acquisizione di protocolli sanitari, verifica delle presenze e audizione dei medici presenti) su cui il giudice sarà chiamato a decidere.

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