Covid, ecco la variante Arturo: «Ma non bisogna avere paura»

Virus Sequenziata per la prima volta in settimana al San Matteo di Pavia. Pregliasco: «Colpisce i bambini, ma con forme lievi. Cautela solo per i fragili»

Covid, la variante Arturo è sbarcata in Lombardia ed è destinata ad espandersi, colpisce soprattutto i bambini e dà congiuntivite. Ma niente allarmismi, l’ultima versione del virus sembra seguire l’andamento calante della pandemia. In India ha già causato otto milioni di contagi, sequenziata per la prima volta questa settimana al San Matteo di Pavia, Arturo è una variante Covid appartenente alla famiglia Omicron.

«Non è il caso di aver paura – dice il virologo Fabrizio Pregliasco – dobbiamo, questo sì, fare attenzione, visto che il Covid è riuscito più volte a sorprenderci. Questa nuova variante indiana è sempre dello stesso ceppo di Omicron. Riesce purtroppo a schivare le difese immunitarie pregresse. Colpisce i bambini e ripresenta una manifestazione non usuale che avevamo già osservato all’inizio del 2020, ovvero la congiuntivite. Fino ad oggi comunque le varie ondate della pandemia, a salite e discese, hanno sempre diminuito la loro forza. Anche questa volta al netto della possibile diffusione immaginiamo una riduzione della potenza dell’azione del virus».

Tanti casi, sempre più lievi se non asintomatici, con un ridotto tasso di ospedalizzazioni. Come se nel tempo la coesistenza tra il virus e l’uomo stesse diventando sempre più pacifica. Endemica, dicono i medici.

«Resta come sempre diverso il ragionamento per i più fragili, anziani e immunodepressi – spiega Pregliasco – occorre pensare infatti che ogni settimana nel nostro Paese vengono ancora a mancare oltre un centinaio di persone infette dal Covid. Si tratta sempre di soggetti molto deboli, non vaccinati o vaccinati con solo una o due dosi. Queste persone devono continuare a prestare attenzione e per loro sì, è consigliabile fare il vaccino».

Si può sempre chiedere un consiglio al proprio medico. La capacità di Arturo di schivare le difese immunitarie fa pensare gli esperti ad un alto tasso di reinfezioni e quindi ad una possibile onda lunga, piuttosto persistente nonostante la bella stagione, del virus sul nostro territorio. Anche negli ultimi mesi i tamponi fatti dai cittadini sono in numero molto ridotto e non è quindi possibile garantire un’effettiva sorveglianza, perché le statistiche sui positivi sono meno attendibili.

Lo screening

«La variante Arturo – così ha spiegato il professor Fausto Baldanti, direttore dell’unità di Microbiologia e virologia del Ircss San Matteo di  Pavia - è stata identificata attraverso lo screening attivo presso il nostro ospedale che include sia pazienti ricoverati sia i pazienti che accedono al Pronto soccorso. Il Centro europeo per il controllo delle malattie infettive nel report del 23 marzo non ha ancora associato la variante a caratteristiche di maggior impatto né sulla gravità, né sulla capacità di infettare, al momento stiamo valutando attentamente la situazione». Occorre attendere insomma approfondimenti aggiuntivi, per valutare l’andamento in Lombardia della nuova variante. Non sono in previsione misure di contenimento aggiuntive.

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