Distanze o barriere
Ristoranti di Como pronti
per tornare al lavoro

La Regione decide sul via da lunedì. Elli (Il Cantuccio): «Prime prenotazioni, c’è fiducia». Scotti (Birrificio): «Tavoli ridotti ma niente plexiglass»

Le prenotazioni stanno cominciando ad arrivare nei ristoranti e anche nei bar ci si sta preparando a riprendere. Che sia lunedì (e molti lo sperano) oppure no, in caso di decisione diversa dalla Regione. Ma non tutti riapriranno subito: dal momento in cui arriverà il via libera dalla Regione, bisogna anche recuperare le materie prime, soprattutto quelle legate alla stagionalità.

L’entusiasmo

«Però c’è voglia di partire – conferma Mauro Elli, patron del ristorante “Il Cantuccio” e vicepresidente Fipe Como – Bisogna farlo, perché intanto entri nel sistema. Da noi hanno già chiamato molti clienti che vogliono prenotare. Dico loro, ma non sappiamo se sarà il 18 maggio. Fa niente, mi rispondono, vogliamo essere i primi, eh».

Le nuove regole non spaventano lo chef, e neanche i colleghi più di tanto. Elli spiega che nel suo locale prima i tavoli erano 15, con l’indicazione dei quattro metri scenderanno a dodici, tredici. Altri ristoranti piccoli sono più preoccupati. Qualcuno che intende mettere le barriere? Più che altro qualche bar, spiega lo chef.

Elli è piuttosto fiducioso: «I miei ragazzi sono già formati. Certo, bisogna mettere mascherine e guanti, useremo i deterissvi e gli igienizzanti corretti. Però i clienti ci chiamano e credo che anche nei bar la gente non veda l’ora di bersi un caffè. Ci si abituerà subito alla situazione».

Al “Crotto del Sergente” ugualmente non si vede l’ora. Ma Massimo Croci avverte: «Lunedì, anche se decidessero che si può, non partiamo. Certo che lo vorremmo fare, ma ci vogliono dieci giorni per acquistare le materie prime fresche necessarie dai fornitori. Appena abbiamo il via, calcoliamo quel tempo e partiamo». Il ristorante prevede di partire comunque con personale ridotto, «purtroppo – precisa Croci – La gente non è ancora abbastanza motivata per venire al ristorante. Uno sceglie di farlo per avere svago. Noi siamo avvantaggiati perché abbiamo tanto spazio all’esterno». Meteo permettendo, questo permette di accogliere più clienti.

Le vie da seguire

Massimo Croci resta positivo: «Ci adegueremo alle condizioni e così farà la gente. Ne parlavo con i miei soci. Io sono qui tutti i giorni, proprio perché non vedo l’ora: coltivo l’orto, imbianco».

Tutti pronti anche al Birrificio. Spiega Beppe Scotti del gruppo Ethos che gestisce diversi locali anche nel Comasco: «Se la Regione dirà che si parte lunedì noi siamo pronti. Non metteremo il plexiglass – precisa ancora Scotti – ma abbiamo ridotto i tavoli e implementato la sanificazione negli spazi comuni. Inoltre abbiamo previsto tanta cartellonistica sul comportamento da tenere».

I posti a sedere diventeranno un terzo, questo non preoccupa perché il Birrificio copre una vasta superficie. Anzi, si sta valutando di estendere i tavolini occupando l’area del parcheggio. Tra le altre misure, verrà utilizzato lo smart menù, che garantirà ulteriormente l’assenza di contatti: «I clienti non avranno quello cartaceo, ma potranno consultarlo con app e Qr code. Così si potrà anche ordinare».

Quali aspettative si hanno sull’arrivo dei clienti? Difficile dirlo con certezza, ma secondo Scotti, metà della clientela non vede l’ora di tornare, l’altra metà ha paura ancora di uscire. Anche per questo, come altri locali, si è deciso comunque di mantenere l’attività di consegna e asporto. Sarà una garanzia ulteriore, per tenere il legame con chi ha voglia sì di mangiare prelibatezze, ma preferisce farlo a casa sua.

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