In città murata senza permesso
Mega “multone”: 11.704 euro

Il Comune presenta un conto salatissimo a una società di ristorazione - Avrebbe mancato di pagare 65 contravvenzioni. La palla passa a un giudice

Como

Sessantacinque multe da 180 euro l’una per un totale di 11.704 euro e qualche centesimo. È il conto che il Comune di Como ha presentato a una srl che si occupa di ristorazione (pesce surgelato), la Galileo Food srl, “colpevole” di essersi fatta un baffo degli orari della zona a traffico limitato e della segnaletica di divieto che dovrebbe mettere sul chi vive quanti non siano in regola con il permesso o ne siano del tutto sprovvisti.

La srl avrebbe mancato di rispondere a tre successivi avvisi bonari, salvo poi presentare ricorso al giudice di pace chiedendo di essere rimessa in termini, vale a dire - fuori dal linguaggio giuridico - di riportare indietro il calendario, per tornare entro i termini utili per l’impugnazione, che erano scaduti. Questo perché, sostenevano i ricorrenti, da una parte - durante i mesi del prolungato primo lockdown - la società era rimasta chiusa, dall’altra perché il suo legale rappresentante non sarebbe stato all’epoca in grado di sbrigare corrispondenza e affari a seguito di un lutto che gli aveva indotto un grave stato di depressione.

Il giudice di pace aveva respinto il ricorso ritenendolo tardivo con il risultato che a settembre Galileo Food aveva bussato, questa volta, al tribunale civile, chiedendo in primis che fosse sospesa l’efficacia del mega “multone”, quindi che il suo ricorso fosse accolto. I legali della srl motivavano la richiesta asserendo che in occasione del primo rigetto il giudice di pace non avesse adeguatamente argomentato le ragioni del suo diniego. La musica non è cambiata, almeno non di molto: perché anche questo secondo giudice aveva respinto la domanda di sospensiva, rilevando che «l’istanza di remissione in termini non pare a prima vista fondata». Dopodiché, come vuole la prassi, lo stesso giudice aveva anche fissata la data per l’udienza di merito, in programma il prossimo 20 dicembre. Si vedrà come andrà a finire.

La notizia è emersa in queste ore a seguito dell’avvenuta pubblicazione della determina dirigenziale che, su indicazione della giunta, assegna all’Avvocatura comunale il mandato di resistere in giudizio.

Sullo sfondo rimane il nodo della vulnerabilità della zona a traffico limitato, esposta sì a chi vi accede senza averne titolo (in qualche caso approfittando di un paio di varchi corrispondenti ad altrettanti anelli deboli del sistema di rilevamento video) ma anche a una sovrabbondanza di “autorizzati” il cui numero cresce di mese in mese e di pari passo con la crescita del numero di corrieri espresso in circolazione. A farne le spese - come sa chiunque frequenti la città murata in certi orari, specie del mattino - sono i residenti, i turisti, le stesse attività commerciali che devono essere rifornite e i locali pubblici, cui sulla scia dell’emergenza pandemica sono stati concessi spazi più ampi per sedie e tavolini. Con vista - non sempre ma spesso - su marmitte e scappamenti.

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