La strage non si ferma
In un giorno 17 decessi
sul territorio comasco

e scarse buone notizie arrivano dagli ospedali, dove il numero dei ricoverati cala con lentezza ma con continuità

Sarà anche vero che la curva epidemica sta abbassandosi ma - quantomeno in provincia di Como - i numeri sono ancora poco confortanti. Soltanto ieri si sono contati 17 ulteriori decessi (80 il totale dei morti a livello regionale, per un totale di 25.038 decessi dall’inizio dell’epidemia, lo scorso marzo). Le scarse buone notizie arrivano dagli ospedali, dove il numero dei ricoverati cala con lentezza ma con continuità.

Per quanto riguarda il bollettino che la Regione diffonde quotidianamente, ieri a Como si sono contati 99 nuovi positivi. Così le altre province: a Milano 450 di cui 115 nel Comune capoluogo; a Bergamo 70; a Brescia 226; a Cremona 82; a Lecco 60; a Lodi 62; a Mantova 170; a Monza e Brianza 121; a Pavia 146; a Sondrio 51 e a Varese 136. Qualche indicazione confortante, come detto, arriva dagli ospedali. Calano i ricoveri sia nei reparti di terapia intensiva (-17) sia nei reparti di medicina generale (stessa cifra: - 17). I guariti/dimessi sono 3.015. Scende anche la percentuale dei positivi rispetto al numero dei tamponi effettuati: ieri eravamo al 7%, pari cioè a 1.673 nuovi positivi su un totale di 23.878 tamponi effettuati, cifra che porta il dato complessivo da inizio epidemia a quota 4.826.709.

L’andamento dell’epidemia a livello nazionale riflette, in proporzione, la tendenza lombarda, perché per esempio in Veneto il numero dei contagi si mantenga tuttora molto alto, con 2.986 nuovi positivi. Numeri importanti anche in Emilia Romagna, dove i ramponi hanno consentito ieri di verificare la presenza di 1.427 nuovi positivi.

Per tornare alla Lombardia, la cronaca ha fatto registrare un vasto focolaio con 18 insegnanti e 21 bambini positivi, e con 247 altri alunni in quarantena scuola materna nel milanese (la Gianni Rodari di Sedriano) tra le polemiche dei genitori. «Le informazioni sono arrivate a scaglioni e in modo confuso» hanno detto i genitori, contestando in particolare «la poca chiarezza» con cui è stata gestita la vicenda.

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