Tangenziale, si muove la Regione
Fontana: «Secondo lotto, una priorità»

Il presidente della Regione conferma che martedì affronterà l’argomento con il ministro Giovannini - «La inseriamo tra le opere fondamentali, poi però dev’essere Roma a finanziare i lavori. Spetta all’Anas, non a noi»

Martedì, in un incontro con il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini, il presidente della Regione Attilio Fontana dirà che il secondo lotto della tangenziale di Como rientra tra le opere ritenute prioritarie.

Lo spiega lo stesso governatore, poco prima di lasciare la biblioteca comunale e dopo aver partecipato all’incontro per la candidatura di Como città creativa per l’Unesco. «Il secondo lotto non rientra nel progetto della Pedemontana – ricorda Fontana, rispondendo a La Provincia – e dev’essere realizzata da Anas. Martedì ho l’incontro col ministro e lo inserirò fra le nostre priorità. L’ho detto e lo ripeto: si tratta di ordini di spesa per noi troppo grandi, incompatibili con le nostre risorse».

L’appuntamento si terrà online e sarà un passaggio importante per testare le parole dell’esecutivo che si è impegnato a valutare il completamento del secondo lotto «fatta salva la necessità di approfondire i profili connessi alla sostenibilità ambientale ed economica» (queste le dichiarazioni rilasciate al nostro giornale nei giorni scorsi) e della Regione.

A più di sei anni dall’inaugurazione, la tangenziale - meno di tre chilometri di asfalto - resta monca. Sfocia nel nulla, nella campagna di Albate. Nel frattempo, nei giorni scorsi, la società Pedemontana ha annunciato il completamento di tutte le tratte autostradali e Como è rimasta con il cerino in mano.

Eppure nel maggio del 2015 in pompa magna il primo lotto era stato inaugurato dalla Regione e dal gestore Autostrada Pedemontana Lombarda. E dal Pirellone sono arrivate più volte a Como promesse sulla cancellazione del pedaggio. Quindi la tangenziale è pian piano scivolata nel dimenticatoio e poi è passata di mano, a Roma.

Il progetto originario per completare il secondo lotto ammontava a 859 milioni di euro, mentre una seconda ipotesi “a canna singola” riduceva la somma a circa 650 milioni. A Roma, però, è finito solo il progetto più costoso relativo al completamento dell’opera e non anche quello rivisto al ribasso. I rappresentanti del tessuto produttivo hanno invitato anche in queste ore a fare squadra. L’infrastruttura è richiesta a gran voce dal territorio: non ultimo, ieri, il presidente della Camera di Commercio Marco Galimberti ne ha ricordato l’importanza per le categorie produttive.

Ora sembra aprirsi nuovamente uno spiraglio, almeno a giudicare dalle parole del ministero e del governatore Fontana.

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