Viale Geno, proteste ma non solo
Tra i residenti la movida ha i suoi fan

Como: C’è chi lamenta frastuono e problemi di viabilità soprattutto nei fine settimana. Ma c’è anche chi sopporta: «In fondo è soltanto un po’ di vociare. Aiuta a tener viva la città»

Como

Da sempre meta di passeggiate romantiche e allegre bevute fra amici (specie venerdì e sabato), viale Geno è una delle zone più amate e frequentate da turisti e comaschi. Ma qual è lo stato d’animo di chi vive e dorme in quell’area, delimitata da Sant’Agostino e dalla piazza della funicolare, circa il chiasso serale e notturno?

Sono diverse le sensibilità e cambiano, spesso, secondo il luogo di residenza lungo la strada. C’è chi si lamenta (soprattutto per il viavai di macchine e il vociare delle persone), altri invece non riscontrano troppi problemi di chiasso durante la sera.

Un passo indietro: lo scorso weekend, alcune zone della città, su tutte Ponte Chiasso, sono state al centro, di controlli a tappeto da parte delle forze dell’ordine, ivi compresa piazza Matteotti, all’imbocco quindi di viale Geno. Obiettivo: garantire un presidio sulle strade dove è consistente il flusso di veicoli diretti verso le zone della “movida”. E a corredo dell’operazione, il Comune, in un comunicato, aveva scritto che «è stato registrato un sensibile incremento di presenze nelle aree a ridosso del lungo lago, con inevitabili conseguenze sotto il profilo della viabilità e della sosta, della violazione delle regole di civile convivenza, sfociate sovente nelle lamentele di residenti esasperati».

«Guardi, glielo dico in dialetto: “l’è un casòtt” - racconta un comasco seduto insieme agli amici ai tavolini del bar di piazzetta Croggi - ho alcuni amici qui, e sono partiti per la montagna proprio per evitare il rumore». Giuliana Turchi, invece, arrivata da Roma anni fa, ora sta in via Coloniola: «Devo dire la verità, vivo malissimo la situazione - spiega mentre fa la spesa al consorzio -. Magari sono le tre, escono dai locali, con un paio di birre in corpo, alzano la voce e danno fastidio a chi deve dormire, specie se anziano. Sono costretta, se voglio guardare la tv, a chiudere le finestre».

Non tutti sono disturbati dall’afflusso di persone. Per esempio Mariangiola Marzetti, residente da anni in piazzetta Croggi: «Premetto, sono arrivata domenica e non so come sia qui quest’anno. Però, gli altri anni è sempre stato tranquillo, non c’è troppo rumore e non ho bisogno di chiudere la finestra». Lapidario, invece, Stefano Latassa: «Sono qui in questa zona da 5 anni. Casino? Questa città è un mortorio. Non ci sono problemi di schiamazzi o altro, anzi: Como è tutto fuorché un posto con problemi di questo tipo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA