Cultura e Spettacoli
Sabato 27 Marzo 2010
Chi si rivede, la signora
Così la crisi cambia la moda
Meno trend, più lusso: una svolta nel gusto femminile e nell'economia. Ne parliamo con Vera Montanari (Grazia, Flair), tra le più autorevoli direttrici di giornali di moda.
L'imperativo categorico è uno solo: riportare la gente nei negozi. Farla re-innamorare degli abiti, delle camicette, delle gonnelline. Farla sognare con un paio di sandali, farle perdere la testa per una salopette, farle strisciare la carta di credito per un completo sexy. La sindrome di "I love shopping" è morta sotto il peso di telegiornali che parlano di crisi, giornali che strillano licenziamenti e cassintegrazioni, aziende che annunciano ridimensionamenti, operai che perdono il lavoro, impiegati che perdono il posto. Il mondo va a rotoli e le donne non riescono a tenere in piedi l'economia se gli uomini hanno la depressione e a casa portano sempre meno soldi. Nelle boutique di Milano, nei negozi di Como (ma anche di Lecco, Como, Sondrio e Varese), nei templi delle promozioni è sempre la stessa musica: calo di clienti, affari in diminuzione, vendite ridotte all'osso, la gente non ha soldi. Crisi, crisi, crisi.
Vera Montanari è il direttore dello storico settimanale femminile "Grazia" e del mensile di moda "Flair" ed ha contatti diretti con gli stilisti: «quel che chiedono ai giornali, e ai miei per primi, è riportare la gente nei negozi». Bisogna trovare un sistema per farlo perché anche in tempo di crisi c'è spazio per il lusso se, come sostiene Montanari, fa rima con stile. Bisogna far scattare quel qualcosa che fa dire: lo prendo. «Se si intende lusso come esagerazione, esasperazione, quei prodotti stridenti e odiosi, allora il lusso è morto. Ma se si intende lusso come stile e classe, beh, allora la moda è solo un po' malata. Ha un piccolo raffreddore, una bronchite, niente di grave. Non è un letto di morte». Secondo la Montanari la tendenza è cambiata. Non va più di moda il total look (anche perchè un capo Chanel costa un occhio e comunque a far la spesa al supermercato stona), ma si mixa.
Il capo d'alta moda, con il capo a basso costo. Le scarpe firmate con il tailleur di Zara, la borsa di Chloè con i pantaloni di H&M. E poi canottierine su canottierone con pantaloni alla cavallerizza e stivali da pioggia come propone "High" di Valerie Campbell. «Anche le grandi catene spagnole hanno aiutato molto - spiega la Montanari -. Si diversifica, si va alla ricerca del capo particolare, si scelgono capi che hanno stile e si mischiano con i capi firmati». La Montanari è appena tornata dalle sfilate di Milano e Parigi e ha appena visto il tramonto della donna volgare. «Trovo che ci sia molta sobrietà, molta classe. Non ci sono più quelle donne con le scollature esibite, i pantaloni a vita bassa, le labbra a canotto. Quel tipo di donna è tramontata anche negli stilisti più aggressivi, come Cavalli o Gucci. C'è molta meno pelle, meno maculato, meno pantaloni guaina che stavano bene a poche. Io penso che sia una benedizione non se ne poteva più. Gli uomini amano scoprire, immaginare. Sono due componenti molto alte della seduzione. Invece con tutti questi reggiseni a vista e i pantaloni con il tanga fuori li abbiamo terrorizzati».
Bisogna riconquistare gli uomini e riportare i clienti nei negozi. «Occorre sempre inventarsi qualcosa di nuovo perché i soldi sono pochi, ma chi ha una buona idea li attira tutti quanti. Bisogna sperimentare, inventare nuove formule e la selezione naturale farà il resto. Del resto è così anche per i giornali, occorre trovare l'idea giusta, la copertina che attira, sedurre la lettrice, non darla mai per scontata». Anche "Grazia", per esempio, ha sperimentato, ha parlato delle sfilate sul web. «È un campo nuovo che attira le lettrici più giovani, quelle che magari non comprano il giornale: dovevamo provare». È appena uscito in dvd il film "Valentino, the last emperor" (regia di Matt Tyrnauer) che celebra la grande moda, il grande genio dello stilista, ma anche la fine della haute couture. «I grandi abiti non fanno soldi, fanno scena. Ma Valentino non prende ordini da nessuno. E quindi non si piegherà al merchandising», si riassume in più parti del film. E infatti Valentino si è ritirato. Il suo talento resta al di sopra del mondo moderno e adeguarsi avrebbe voluto dire scadere. «Io credo che ci sia una ricerca di classe e di eleganza nuova - commenta la Montanari -. La qualità comunque vince sempre e comunque. Io sono di Milano. Noi siamo sempre abituati a nascondere più che a esibire. Ma mi sembra che anche le comasche siano alla moda. Sono raffinate, ma con classe. Secondo la Montanari il vero lusso è il tempo. «Ci sono così tante cose da fare e il tempo è sempre pochissimo - conclude il direttore -. Soprattutto per noi donne che lavoriamo e siamo madri e mogli e per questo dobbiamo trovarne sempre di più e usarlo al meglio per riuscire ad arrivare dappertutto». Per fare shopping però, servono i soldi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA