Cultura e Spettacoli
Martedì 11 Ottobre 2011
Andreani riapre il caso Pinelli
lo fa nel suo romanzo musicale
Esce l'11 ottobre "Scritto con Pablo", il cd del cantautore comasco, che segue il fortunato album dedicato a Neri e Gianna, protagonisti della Resistenza comasca.
"Scritti con Pablo" è il secondo album di Filippo Andreani: viene pubblicato oggi su scala nazionale, segno dei grandi consensi che pubblico e critica hanno riconosciuto a "La storia sbagliata". L'opera d'esordio del cantautore di Valmorea che per tanti anni ha militato in una formazione di tutt'altra estrazione musicale, Atarassia Gröp, è stata un'autentica rivelazione che ha fatto non poco rumore sulla scena. Un debutto già maturo e per nulla facile, improntato, com'era, a ricostruire il vissuto personale di due figure storiche di cui poco si sa di certo anche rispetto alla vicenda pubblica: i partigiani Gianna e Neri.
Un "concept album", meglio un "romanzo musicale" come sarebbe piaciuto a De André, influenza riconosciuta e per nulla nascosta da Andreani che, anzi, ha riconosciuto il debito fin dal titolo ("Una storia sbagliata" era poi un brano scritto da Fabrizio con Massimo Bubola). Questa nuova raccolta di undici canzoni va oltre, si svincola dal racconto di un'unica storia per comporre un mosaico di vicende aperto dalla jazzata "Per voce di Aldo", «incarcerato sano e scarcerato morto tre giorni più tardi». Omaggi a figure «scomode» come quella di Mario Monicelli, voce sempre libera e libero fino all'ultimo ("L'assenza" con un arrangiamento che non dispiacerebbe a Nick Cave), quelle di Lauzi e Bertoli artisti non allineati e per questo dimenticati ("Bruno, su Genova, il cielo", inaspettatamente country mentre "Alete e al ragasol" porta la firma dello stesso Pierangelo).
Non manca l'attualità, come in "La pena di amare", dagli echi sudamericani, ispirata alla vicenda dei minatori cileni, o nella martellante "In volo" con una morte bianca come le tante (troppe) che affliggono il nostro Paese, non manca la storia che dovrebbe essere lontana e, invece, è sempre troppo recente come la storia "Quasi soltanto mia" della vedova di Pinelli, lasciata solo alla voce e alla chitarra.
(Leggi il testo intero sull'edizione cartacea de La Provincia di Como, in edicola l'11 ottobre)
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