Concorso di piano
con due favoriti

Falzone e Chernov sembrano i candidati alla vittoria, ma nella notte della finale si profila l'ex aequo. Guarda la fotogallery (Foto Bartesaghi)

di Maria Terraneo Fonticoli


«Una società può superare la crisi tagliando il superfluo. La musica non è il superfluo», dice Vincenzo Balzani, pianista e direttore artistico del Concorso per pianoforte e orchestra di Cantù. Ieri sera s'è svolta la finale al teatro Fumagalli, emozionante e incerta fino a tarda ora: la sfida per il podio sembrava ridursi al confronto tra l'americano Christopher Falzone e il russo Alexey Chernov. Si profila un ex aequo? Al momento in cui questo articolo è andato in stampa, si trattava di un'ipotesi possibile.
A vincere, ancora una volta, è stato il Concorso. «Finchè ci saranno persone come i Molteni che passano la vita a "fare" e Ovidiu Balan direttore entusiasta di una filarmonica instancabile, finchè ci saranno i giovani pianisti che giungono da tutto il mondo, la società avrà la forza di superare qualunque crisi», conclude Balzani. I concorrenti finalisti erano 28 e obiettivamente il livello era molto alto, soprattutto per la sezione concerti "romantici", sicchè la giuria, con la quale ovviamente non siamo perfettamente d'accordo, ha dovuto fare una selezione severissima.
Per la sezione concerti "classici" approviamo la scelta del russo di 30 anni Alexey Chernov che con il suo Mozart K.595 in perfetto stile di tocco e di fraseggio ci auguriamo sia il vincitore. Premiata vedremmo anche Tatiana Larionova, russa di 33 anni, deliziosa interprete del Concerto n.2 di Beethoven. Entrambi hanno concorso anche per la sezione "romantici". Il primo ci ha entusiasmato con il suo Concerto n.1 di Brahms per il grande controllo del suono e la eccezionale concentrazione espressiva. Sempre in questa sezione, l'unico italiano Elia Tagliavia nel Concerto n.2 di Liszt ci è sembrato affidarsi ai luoghi comuni di una pagina di per sè piuttosto stucchevole. Un altro nome che troviamo selezionato per entrambe le finali è quello di Christopher Falzone, 27 anni proveniente dagli Usa: ci risulta una presenza veramente imbarazzante. Perché questo nome con tanti altri talenti emergenti? Il suo Concerto n.3 di Beethoven ha ricevuto un trattamento fuori misura, mentre nel Concerto di Tciaikovskij ha cavalcato quasi tutti i tic di una esecuzione pompieristica. Mah! Altri avrebbero meritato di entrare nella terna: tra quelli che più ci sono piaciuti Martina Consonni, italiana di 15 anni nei classici (peccato abbia avuto qualche piccolo incidente di percorso tecnico) ma lo stile e la musicalità c'erano tutte. Tra i "romantici" non c'era che l'imbarazzo della scelta: per esempio il Giapponese Yuta Yano sensibile interprete del n.2 di Rachmaninov, oppure la Larionova scintillante e sicura nel n.2 di Prokofiev e ancora  la cinese Zheyu Li di 19 anni dall'eloquio limpido ed energico in Mendelssohn,  concerto di raro ascolto. Come sempre un grande plauso a Ovidiu Balan immarcescibile direttore fino dalla prima edizione.

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