Il caro prezzi fa fuggire gli insegnanti al Sud: sono più di mille le cattedre vuote nel Comasco

Scuola Pioggia di domande per trasferirsi dal Nord Italia verso gli istituti del meridione. Corsa contro il tempo per trovare docenti di sostegno. Problemi anche sul fronte dei presidi

Fino a pochi anni fa ogni estate c’era un vero esodo da sud a nord per occupare le cattedre messe a disposizione dalle nostre scuole. Adesso, invece, è in corso un controesodo nella direzione opposta.

Il risultato di questa inversione di tendenza sono le centinaia di supplenze che, a giorni, prima il provveditorato e successivamente i singoli istituti dovranno reperire per tappare tutti i buchi. Una contromisura che però difficilmente arriverà in tempo per il suono della prima campanella, fissato per il 12 settembre.

Chiamate a vuoto

Si pensi che alle ultime “call” veloci aperte dalle regioni del centro nord, pochissimi insegnanti del resto d’Italia hanno partecipato.

In sostanza la Lombardia ha offerto un contratto indeterminato a quei docenti che, pur avendo vinto i concorsi, non hanno ancora trovato un posto nelle province preferite. Su 2600 cattedre solo un centinaio sono state così coperte a livello regionale, nel Comasco si sono fatti avanti meno di cinque insegnanti quando i posti a disposizione erano circa 120.

Nel verso contrario all’inizio dell’estate, invece, più di un migliaio di insegnanti in forze alle scuole di Como e provincia ha tentato di trasferirsi in Sicilia, Calabria e Campania. Ma dato che le cattedre al sud sono ormai al completo ce l’hanno fatto soltanto in 114.

A livello provinciale - in attesa, domani, della pubblicazione delle graduatorie - i posti che mancano sono un migliaio.

A sentire i sindacati i motivi di questa nuova emergenza scuola sono sostanzialmente di due ordini. Il primo, scontato, è familiare: tante maestre con figli preferiscono restare vicino ai nonni e ai parenti.

La seconda ragione invece è prettamente economica. Lo stipendio è per tutti gli insegnanti statali poco sopra ai 1.400 euro al mese, ma gli affitti delle case e il caro vita sono ben diversi all’interno dei confini nazionali. Siamo nella top ten delle località in cui è più costoso vivere, le case vacanze per i turisti hanno sottratto soprattutto nel capoluogo spazi ai comuni lavoratori.

E così nelle scuole comasche, soprattutto in provincia, restano molti organici traballanti. C’è anche da risolvere a giorni la mancanza di presidi, oggi quasi una scuola comasca su tre non ha un dirigente scolastico titolare.

Entro la giornata di domani i presidi possono dare la loro disponibilità a guidare anche altri istituti oltre al loro. In mancanza di volontari il provveditorato regionale dovrà effettuare delle assegnazioni d’ufficio.

Senza provveditore

In questo momento, peraltro, Como non ha un suo provveditore, Marco Bussetti è stato infatti chiamato dall’ufficio scolastico veneto. Resta da capire se le nostre scuole dovranno affrontare un lungo periodo senza una figura di riferimento, come successo soltanto due anni fa.

Da domani i sindacati della scuola di Como sperano di poter iniziare le operazione di nomina del personale a tempo determinato.

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