Denuncia la scomparsa della moglie, sparita portando con sé la figlia di sette anni: «Non so nulla da dieci giorni»

Il caso Comasco si presenta in Questura: «Mi ha scritto “ho preso la bimba e sono andata via”». Tramite il suo avvocato chiede che si indaghi per sottrazione di minore

Si è fatta accompagnare sul posto di lavoro dal marito. Ha detto che sarebbe passata a ritirare la figlia, alunna delle elementari. Poi, da quel momento, è scomparsa nel nulla mandando solo un messaggio al compagno dicendo che era «andata via». Inutile, da quel momento in avanti, stabilire un contatto con la donna che non solo si è volatilizzata, facendo perdere le proprie tracce, ma che ha anche staccato il telefono, bloccando l’utenza del marito.

È una storia dai contorni delicati, come sempre avviene in queste vicende di famiglia, quella che è finita sul tavolo della procura di Como con una denuncia querela formalizzata dall’avvocato del padre, il legale André Gomes. Nell’atto in questione l’avvocato ipotizza l’allontanamento volontario del genitore con la figlia minore, chiedendo di indagare per l’ipotesi di reato relativa alla sottrazione del minore senza alcun consenso da parte del padre.

Nel frattempo, dalla data della sparizione, cosa che aumenta il nervosismo del padre e la paura, sono passati già più di dieci giorni essendo avvenuto il tutto il 7 dicembre. Da allora il papà non ha più notizia non solo della moglie ma anche della propria bambina.

In questa storia delicata, non possiamo fornire ulteriori elementi a tutela dell’anonimato della piccola, coinvolta suo malgrado in questa vicenda. Sono però informate le forze dell’ordine, visto che il padre si è recato in Questura a Como – come confermato ieri dal suo legale – per firmare un verbale di denuncia di allontanamento volontario.

La polizia, dunque, è al corrente di tutto e da viale Roosevelt non trapela nulla, segno che comunque le attività sono in corso. Risaliamo però al giorno della scomparsa della mamma e della figlia, datata 7 dicembre. Il padre, un cinquantenne residente in città, porta al lavoro la moglie. La famiglia avrebbe dovuto ricomporsi alla sera ma al pomeriggio riceve un messaggio dalla donna: «Ho preso la bambina e sono andata via». Inutile, da questo momento in avanti, ogni tentativo di contatto. Il telefono della moglie, infatti, rimane muto. Il marito attende, contatta anche i suoceri chiedendo se la bimba e la moglie fossero lì, ma nessuno dice di sapere nulla.

Il lunedì successivo alla scomparsa, l’11 dicembre, il genitore rompe gli indugi e si presenta in Questura per denunciare quanto accaduto come allontanamento volontario, in quanto molto preoccupato comprensibilmente per la situazione e per il non vedere più la propria figlia. Solo pochi giorni dopo, il 15 dicembre, il primo atto viene integrato da un secondo – presentato direttamente in Procura – e firmato dal proprio avvocato. Si tratta di una denuncia querela nei confronti della compagna dove, dopo aver riferito che la vita era sempre stata tranquilla senza problemi seri se non qualche incomprensione di coppia, viene messa nero su bianco l’ipotesi di sottrazione della minore con la richiesta di indagare sulla vicenda. Difficile al momento capire di più, anche perché come detto le indagini sono ancora in corso e dalla Questura non filtrano informazioni. L’ipotesi di reato in questione colpisce chiunque sottrae «un minore degli anni quattordici al genitore esercente la responsabilità genitoriale» con la pena – a querela di parte – della reclusione da uno a tre anni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA