Niente festa di fine anno per lo stop alla discoteca Venus di Como: «Strumento antidemocratico e fascista»

Il caso I gestori del Venus contro la scelta del questore: «Abbiamo chiamato noi la polizia, ma ci chiudono». Delusi centinaia di ragazzi che aspettavano l’evento

«Uno strumento antidemocratico e fascista».

Quarantotto ore dopo il provvedimento con cui il questore di Como ha disposto la chiusura della discoteca Venus di via Sant’Abbondio per ragioni di ordine pubblico (articolo 100 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza), il legale rappresentante di Newcose srl, la società che gestisce il locale, preannuncia già ricorso. Alberto Fumagalli, del resto, è convinto della sproporzione non solo rispetto ai nove episodi che il questore cita per motivare il provvedimento (da novembre all’ultimo, la scorsa settimana), ma anche rispetto all’attenzione che l’attuale gestione del locale ha sempre posto ai temi della sicurezza.

Reduce da Nameless – il festival da 90mila visitatori organizzato ad Annone con protocolli di sicurezza rigidissimi ed efficienti – Fumagalli ne fa una questione “d’onore” («non accetto - dice - che il mio nome sia associato a un articolo 100») ma anche una questione di merito: «Abbiamo rilevato la gestione di questo locale dopo la pandemia, e dopo che per anni le cronache locali se n’erano occupate soltanto per ragione di ordine pubblico. Lo abbiamo trasformato, mettendo la gestione della sicurezza in cima alla lista delle nostre priorità, come dimostra il fatto che in tutti gli episodi citati nel provvedimento di chiusura fummo noi e a richiedere l’intervento delle forze di polizia. In altre parole siamo stati noi a segnalare la presenza di soggetti pericolosi, senza contare che, oltretutto, c’è una sentenza del Consiglio di Stato che dice che le discoteche non potrebbe essere chiuse per rissa».

Fumagalli contesta soprattutto la mancanza di contradditorio: «Rispetto a un provvedimento di questo genere non c’è modo di difendersi. Il cosiddetto “Tulps” contiene norme risalenti agli anni Trenta, strumenti che all’epoca il regime fascista utilizzava per tacitare chi la pensava diversamente e per consentire ai prefetti di chiudere chi dava fastidio. Ripeto faremo ricorso. Non possiamo accettarlo».

La notizia è però anche un’altra: e cioè che ieri sera, in virtù della chiusura del Venus, è stato cancellato anche uno degli eventi più attesi dell’anno, che segna in genere il debutto in discoteca per centinaia di giovanissimi comaschi che lasciano le scuole medie: è la festa di fine anno, rigorosamente alcol free, attesissima da ragazzine e ragazzini (in realtà non solo delle scuole medie, ovviamente) che si preparano da settimane, un po’ meno dai genitori che tradizionalmente si accampano tra viale Innocenzo, via Gramsci, via Regina per recuperare i figli esordienti, chi alla una chi, i più permissivi e più resistenti al sonno, anche alle due e oltre.

Dal Venus fanno sapere che i biglietti saranno rimborsati.

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