Obelisco abbattuto: chiesti all’automobilista 30mila euro di danni

Mariano L’incidente è del dicembre 2020, in pandemia, al giovane presentato un maxi conto di risarcimento. Il sindaco: «Sono i costi per il restauro dell’opera»

Poco meno di 30mila euro. Questa è la cifra richiesta dal Comune al giovane marianese che, tre anni fa, aveva sfidato i divieti imposti con lo scoppio del coronavirus così come i limiti di velocità, salvo finire con l’auto contro l’obelisco che dominava la rotonda che si apre a metà di via Isonzo. Distrutta in tre pezzi, la ricomposizione dell’installazione vale 29mila 582 euro, tanto è la somma necessaria per restituire alla comunità la colonna, memoria collettiva di come la città abbia già superato una pandemia, ossia la peste, ponendola, però, non più in strada, ma negli spazi rinnovati di Villa Sormani.

A descrivere il percorso aperto per rientrare dei costi sostenuti dal Comune è una delibera approvata dalla giunta guidata da Giovanni Alberti. Quattro pagine dove si ricorda come il 3 dicembre del 2020 «a seguito di sinistro, si è verificato il danneggiamento della colonna votiva, bene monumentale del 1708 di proprietà comunale sito in via Isonzo». Da qui la necessità di rivalersi sull’autore dell’incidente, un ragazzo allora di 28 anni che aveva versato una quota di risarcimento del danno.

Ma non è bastata né la multa pagata né il fermo del mezzo o la patente ritirata. Tre anni dopo l’abbattimento dell’obelisco, infatti, l’uomo si è ritrovato la richiesta di pagamento di altri 25mila 782 euro, tanto manca a raggiungere la somma versata dal Comune per restaurare la colonna votiva secondo tutti i dettami imposti della Sovraintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio. 

Perché l’obelisco intreccia la sua storia a quella della città, ricompreso in un gruppo di quattro cippi votivi nati per riunire in preghiera le persone durante il periodo della peste, evitando così che si incontrassero negli spazi chiusi delle chiese.

«L’assicurazione si è opposta al risarcimento per questo ora andremo per vie legali» spiega il sindaco Alberti. «D’altronde chiediamo i costi sostenuti per restaurarla secondo tutte le prescrizioni dettate dalla Soprintendenza» puntualizza il primo cittadino che così motiva l’importo richiesto di risarcimento che rischia di rendere l’incidente il più caro della storia di Mariano. «Ora stiamo valutando, però, di non riposizionare la colonna sulla strada» aggiunge Alberti che, al secondo abbattimento in nemmeno quindici anni, apre a un cambio di location per l’obelisco. «Chiederemo l’autorizzazione a poterlo inserire nel parco di Villa Sormani ora che lo abbia tutto riqualificato e riaperto al pubblico».

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