A Casate vietata la pizza nello spogliatoio. Addio al rito post partita

La curiosità Negli spogliatoi del palazzetto del ghiaccio di Casate, è “severamente” vietato consumare cibo

Negli spogliatoi del palazzetto del ghiaccio di Casate, è “severamente” vietato consumare cibo. Salta quindi anche il rito della pizza al termine delle partite. Un rito che, secondo le ultime direttive dei medici sportivi, è una giusta pratica alimentare che permette il recupero delle energie dopo una partita. E che anche il Como Calcio pratica ormai da tre stagioni. A Casate invece è vietato. «Per ragioni sanitarie ed organizzative ci hanno comunicato da Csu (Como servizi urbani ndr) -spiega Massimo Tacci, presidente dell’Hockey Como -. E pensare che fino a poco tempo fa, i miei giocatori erano costretti ad allenarsi in mezzo al guano dei piccioni, parlando di aspetto sanitario».

La norma, che viene fatta rispettare per qualsiasi tipo di alimento, anche le barrette energetiche, va a colpire soprattutto le squadre che vengono a giocare a Como. «Il nostro sport è radicato soprattutto in Alto Adige, Trentino e nel Veneto -aggiunge Tacci -.Diverse squadre devono sobbarcarsi trasferte in pullman anche di sei ore. Mangiare una pizza dopo la partita, al caldo, prima di ripartire, è un momento anche di tranquillità». L’Hockey Como ha dovuto comunicare alle società avversarie, il divieto, anche se a malincuore. «Qualcuno ha deciso di non rinunciare alla pizza ma di consumarla in piedi, nel parcheggio a due passi dal pullman -dice Tacci -. A parte il disagio e la tristezza (dovrebbe essere un momento di allegria, anche dopo una sconfitta) cosa succederà quando pioverà o farà freddo? E’ assolutamente inaccettabile e  mi scuso della situazione con le squadre ospiti anche se non dipende da noi». Ma cosa succede negli altri stadi? «Il giorno prima della partita la società che ci ospiterà ci telefona per chiedere cosa vogliamo mangiare prima della partenza, anche per ordinare le pizze (che paghiamo noi, ovviamente), che poi consumiamo nello spogliatoio. E questo ci fa molto piacere e aumenta il contrasto con la nostra situazione». Al di là della “mancata” pizza, Tacci è rammaricato per il segnale negativo che viene lanciato: «E’ questa l’accoglienza e il rispetto che Como, che è oltretutto una città a vocazione turistica, ha nei confronti delle squadre ospiti?».

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