L’Acqua S. Bernardo e quei conti da regolare. Nelle sfide dei playoff

Basket A2 Una molla aggiuntiva per il team di Cantù. Cividale le ha inflitto il ko che più ha lasciato il segno. E poi, eventualmente, le storie tese con Udine e Forlì

Motivazioni da vendere e motivazioni aggiuntive. Per Cantù, questi playoff possono essere - al di là dell’obiettivo primario della vittoria -, anche un modo per regolare, sportivamente parlando, alcuni conti.

Già, perché non c’è solo il desiderio, scontato e lapalissiano, del voler lottare per arrivare fino in fondo ed essere promossi in serie A. C’è, a ben guardare anche dell’altro. E chissà che questo “altro”, non possa essere il grimaldello per avere la meglio delle varie avversarie che via via Cantù potrebbe ritrovarsi di fronte.

Quella crisi certificata

E questa molla aggiuntiva potrebbe scattare a partire già dai quarti di finale contro Cividale. Il motivo è presto detto: meno di un mese fa in Friuli, Cantù subì una delle sconfitte più pesanti della stagione - 82-59 - certificando uno stato di crisi evidente. Di fatto, quella sconfitta ha permesso di resettare, guardare avanti e ripartire con forza e infatti sono arrivate tre vittorie consecutive. Ma, ora, la sfida si ripropone ai playoff. E c’è da scommettere che il ricordo di quella partita in cui Cantù, nel secondo tempo, è praticamente sparita dal campo, sarà lì al fianco dei giocatori. Come molla, appunto, per una rivalsa sportiva.

Ipotizzando che nei playoff avanzino le migliori, sulla carta in semifinale Cantù affronterebbe Udine. E anche con i friulani c’è un conto aperto da un paio di anni. Perché Udine, nel primo anno di A2 di Cantù, vinse il testa a testa nella stagione regolare, prima di dividersi in due tabellonji distinti ai playoff. Non solo: Udine fece ingoiare a Cantù la prima amarezza di questi tre anni di A2, ossia la sconfitta nella finale di Coppa Italia a Roseto degli Abruzzi. Cantù non arrivo tirata a lucido, tra infortuni e focolai Covid appena spenti, e perse 74-55. Una batosta, che pesa solo a ricordarla.

E, se il cammino delle big fosse regolare e tutto andasse per tutte come da pronostico, nell’ipotetica finale playoff l’avversaria sarebbe Forlì, la capolista del girone Rosso, che giocherebbe con il vantaggio del fattore campo in gara 5. Anche in questo caso, Cantù avrebbe un’extra motivazione: l’eliminazione-beffa in semifinale di Coppa Italia a metà marzo a Roma. Forlì, dopo una partita equilibratissima, giocata sui nervi, si impose 60-59. In finale, il giorno dopo, superò la Fortitudo Bologna. Ferita freschissima, quindi.

L’altra ipotesi

E, anche se le avversarie di Cantù dovessero diverse dalle favorite, anche in questo caso ci sarebbero motivazioni aggiuntive.

Con Cremona, sebbene non ci siano precedenti clamorosi e la rivalità praticamente non esiste con la Juvi (ben più marcata quella con la Vanoli), è pur sempre un derby lombardo. E non mancano spunti interessanti anche con le altre squadre del tabellone Oro: Torino è stata la rivale di un’annata per il secondo posto, Trieste è una “big” caduta dalla serie A e la rivalità c’è da sempre. E pure con Vigevano c’è qualcosa da sistemare, perché per Cantù a casa loro è stata una delle sconfitte amare della stagione in corso.

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