Ats pretende 700 euro di ticket da una coppia di invalidi di 92 anni

Il caso Continua l’invio di verbali e sanzioni a chi ha usufruito dell’esenzione per visite, esami o farmaci, senza però (forse) averne diritto

Anche una coppia di invalidi di 92 anni ha ricevuto dall’Ats la lettera per i ticket sanitari non pagati.

Entro fine mese anche i signori Pietro Ravaglia e Lida Lucini devono pagare una somma ingente, chiesta a distanza di anni per delle prestazioni sanitarie che hanno ricevuto.

Il motivo è la presunta irregolarità dell’esenzione a suo tempo presentata: la coppia, secondo l’agenzia per la tutela della salute, non aveva diritto ad ottenere gratis le cure.

«Siamo persone in là con gli anni – spiegano i due –, con invalidità riconosciute da una documentazione che ancora oggi aggiorniamo sulla base del nostro stato di salute. Considerati i costi relativi a questa pratica, per noi assai rilevanti, ci piacerebbe arrivare ad una conclusione meno spiacevole di questa vicenda. Chissà se riusciremo a vederne la fine».

A lei vengono chieste oltre 400 euro, a lui più di 300. Si tratta di controlli che interessano ogni anno migliaia di cittadini comaschi.

Infatti per conto della Regione, Ats Insubria invia verbali e sanzioni a chi ha usufruito dell’esenzione per visite, esami o farmaci, senza però forse averne diritto. I più in realtà secondo i sindacati sono anziani che commettono dei banali errori nella compilazione dell’autocertificazione.

«Ai miei genitori avevano fatto firmare un’autocertificazione per l’esenzione da reddito – spiega il figlio Riccardo – Era il 2019, all’Ats di Olgiate Comasco aveva loro concesso questo beneficio. La scadenza arriva adesso a fine aprile non a caso, prima che scatti la prescrizione. Può darsi che per colpa della mia residenza che ai tempi era ancora unita alla loro, in ragione del mutuo da estinguere, l’esenzione non fosse davvero valida. Dunque noi figli abbiamo già saldato la cifra chiesta dall’Ats in via precauzionale. Ma è pur vero che i miei genitori sono entrambi invalidi, dunque comunque queste multe sono difficili da accettare».

Gli accertamenti si ripetono ormai da quattro anni. L’Ats l’anno scorso su richiesta dei sindacati, vista la mole di verbali inviati, circa 7mila nel Comasco, ha aperto nella sede di via Pessina uno sportello dedicato. È possibile rivolgersi ai funzionari tutti i mercoledì dalle 9.30 alle 13, non serve l’appuntamento. Ecco la mail indicata, [email protected]. Il telefono è il seguente, 0332, 277352, anche se rimanda agli sportelli tramite una voce registrata. Questo è il canale più diretto per fare valere le proprie ragioni.

«Avevamo presentato i documenti proprio in presenza – spiega ancora il figlio della coppia di anziani – ma risposte non ne sono mai arrivate». Arrivano invece le raccomandate a ridosso delle scadenze per i pagamenti.

Il consiglio regionale anche quest’anno, votata una mozione regionale, ha chiesto alla giunta di varare una misura per almeno evitare a questi cittadini sanzionati di pagare le penali, con il solo saldo della prestazione usufruita.

I sindacati comunque chiedono un cambio nel meccanismo di presentazione e di rinnovo delle autocertificazioni, molti cittadini sbagliano involontariamente.

Sarebbe meglio fossero seguiti dagli sportelli degli enti sanitari onde evitare errori, oppure tramite medici di medicina generale.

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