Botte e torture al Beccaria: tra le vittime del carcere minorile c’è anche un ragazzo comasco

L’indagine Ha 17 anni, preso a schiaffi, pugni e a colpi in testa con uno stivale. Sotto accusa tre agenti, in cella con altri dieci colleghi coinvolti nell’indagine

C’è anche un ragazzo di Como, che all’epoca dei fatti non aveva ancora 18 anni, tra le vittime dei 13 agenti della polizia penitenziaria del carcere minorile “Beccaria” accusati dalla procura di Milano di torture, lesioni, falso negli atti ai danni di una dozzina di ragazzi detenuti. La notizia, esplosa nelle scorse ore, chiama in causa oltre ai 13 arrestati anche altri otto agenti che sono stati sospesi dal servizio e che sono iscritti sul registro degli indagati.

Tra le vittime delle torture, come detto, anche un ragazzo di Como, italiano, che il 22 dicembre 2022 fu picchiato da tre agenti in uno stanzino, una aggressione che è finita tra le ipotesi di reato e che si concluse con un ricovero del giovane al pronto soccorso del San Carlo di Milano. Nelle pagine dell’inchiesta, sconvolgente, risulterebbe anche – nel referto medico effettuato dopo il pestaggio – l’impronta di una stivale rimasta sulla nuca del diciassettenne comasco.

Noto alle forze dell’ordine

Quest’ultimo è un personaggio noto alle forze di polizia del territorio, negli anni era finito nelle vicenda che aveva riguardato una baby gang molto attiva in città e aveva creato problemi anche quando era stato collocato in una comunità di accoglienza da cui continuava a evadere, finendo nuovamente in carcere come inasprimento della misura.

Di sicuro, come detto, il 22 dicembre del 2022 si trovava al Beccaria ed era pure in isolamento per un procedimento disciplinare. Quel giorno, però, il diciassettenne comasco aveva iniziato a battere sulle sbarre, sostenendo di aver concluso l’isolamento. Questo, secondo quanto viene contestato a tre dei tredici agenti (per cui è stato disposto il carcere), aveva causato la reazione degli uomini della penitenziaria Erasmo Matteo Gusman (30 anni), Mario Pisano (48 anni) e Roberto Mastronicola (26 anni), che avevano condotto il diciassettenne in una stanza per poi iniziare (sostiene l’accusa) il pestaggio.

Buttato a terra

Il ragazzo di Como era stato schiaffeggiato, poi buttato a terra e preso a pugni al volto da uno dei tre agenti, mentre gli altri lo trattenevano. Era poi stato ammanettato dietro la schiena e nonostante questo ancora picchiato in testa, con una scarpata che lasciò un segno e l’impronta sulla nuca. Il minore fu medicato in ospedale con copiose perdite ematiche ed ematomi. Ai tre agenti viene contestato l’abuso dei poteri in violazione dei propri doveri, avendo agito con crudeltà infliggendo gravi e reiterate violenze e minacce alla vittima, causandogli sofferenze fisiche e traumi psichici, il tutto nell’ambito di un «trattamento inumano e degradante».

La procura di Milano contesta anche le lesioni e il falso nella relazione di servizio che fu poi stilata. Questo è tuttavia solo uno dei molti episodi descritti dalla misura cautelare che ha portato in carcere 13 agenti del “Beccaria”.

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