Ca d’industria, bilancio risanato: «Rette, nel 2024 niente aumenti»

Fuori dalla crisi Lista d’attesa quadruplicata e il 99% dei posti letto occupati - I conti tornano in pareggio, resta il problema della mancanza di personale

Ca’ d’Industria, dopo la grande crisi un altro bilancio in positivo, il 99% dei letti è occupato e la lista d’attesa è quadruplicata.

Nel 2021 la fondazione che cura le persone anziane aveva dovuto chiudere Villa Celesia in ragione di 600mila euro di perdita che rischiavano nelle previsioni di trasformarsi in oltre due milioni di euro di rosso. Quindi una più accorta gestione delle case di riposo, superato il vuoto creato dalla pandemia, ha riportato l’anno scorso i conti in pareggio. La conferma è arrivata anche quest’anno, la voce del bilancio segna un utile pari a 580 euro. Una cifra che per quest’anno permette all’ente di non rivedere al rialzo le tariffe a carico delle famiglie.

«L’anno 2023 si è caratterizzato per il consolidamento dei risultati economico finanziari raggiunti nell’anno 2022 – così si legge agli atti di recente approvati dalla Ca’ d’Industria - con il ritorno della saturazione dei posti letto. Durante l’ultimo anno sono stati accolti 226 anziani. La lista d’attesa è passata da 29 domande presenti al 31 dicembre 2022 a 53 domande per le Rsa più 63 per nucleo Alzheimer al 31 dicembre 2023». Quindi da 29 a 116 domande in attesa. «Le singole strutture hanno fatto registrare i seguenti indici di saturazione: la Rsa di Rebbio il 96,33%, la Rsa di Como il 99,07%, la Rsa Le Camelie il 99,25%». La media totale arriva al 98,13%. Il centro diurno migliora i suoi numeri, ma resta «purtroppo» al 72,42% d’utilizzo. Rispetto al 2022 le residenze della Ca’ Industria passano da 118.393 giornate di presenza ospiti a 132.155, il balzo più importante è in via Brambilla dove la crescita è pari al 28%.

Resta il problema della mancanza di personale. «Nel 2023 la Fondazione si è inoltre trovata in difficoltà per quel che concerne la dotazione di personale infermieristico – recita sempre il bilancio - molti hanno lasciato le strutture, spietata la concorrenza degli ospedali o d’oltre confine. Per garantire il necessario servizio a tutela degli anziani ospiti, con notevoli sforzi, si sono dovuti attuare accorgimenti quali incarichi a infermieri libero professionisti, ricerca di personale tramite società di lavoro interinale, appalto a Cooperative di servizi infermieristici, libera professione intramoenia».

Per assumere assistenti e operatori sanitari la Ca’ d’Industria ha studiato incentivi come il pagamento della metà del corso di formazione a patto di restare in forze alle Rsa per due anni. La mancanza di candidati è però descritta come «drammatica» dai vertici della fondazione.

Resta poi all’orizzonte il progetto, tramite fondi del Pnrr, per riqualificare i rustici davanti a Le Camelie per ospitare anziani non autosufficienti in mini alloggi, come pure le nuove possibilità da costruire per potenziare l’assistenza domiciliare sempre collegata alla Ca’ d’Industria.

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