Como, Salvini e le elezioni
«Centrodestra unito
non vedo alternative»

Il leader in città: «La Ticosa non può restare così».«Il voto a Como? Mi rifiuto di pensare a divisioni». E arriva Landriscina: «Grazie Lega, sempre leale»

«Mi rifiuto di pensare che il centrodestra si presenti alle elezioni diviso». Il leader della Lega Matteo Salvini ha commentato così, appena arrivato a Como, le indiscrezioni su un possibile accordo tra Pd e Fratelli d’Italia alle prossime amministrative, a sostegno di un candidato civico.

I lavori

Prematuro parlare delle elezioni comasche, dal “palco” a Porta Torre Salvini ha invece puntato l’attenzione sulla Ticosa: «Non può rimanere in quelle condizioni». E per le altre opere, ha assicurato: «Siamo al governo anche per sbloccare i problemi che ci sono sulla tangenziale di Como, e la Pedemontana». Al gazebo del Carroccio, anche il sindaco Mario Landriscina, che ha ringraziato il partito: «La Lega mi ha sostenuto lealmente. Mi ha aiutato nei momenti più duri. Cerchiamo di proseguire in questo cammino». Presenti anche i vertici comaschi: il sottosegretario Nicola Molteni, i parlamentari Eugenio Zoffili, Erika Rivolta e Claudio Borghi, l’assessore regionale Alessandra Locatelli, il sottosegretario regionale Fabrizio Turba, il vicesindaco Adriano Caldara e l’assessore comunale Alessandra Bonduri.

A margine del comizio, sulle questioni locali Salvini ha rilevato che «la tangenziale e la Pedemontana sono fondamentali per Como e la Lombardia». Sul lotto lariano, bloccato, ha assicurato che «si farà qualcosa, la Lega ha scelto di entrare nel governo per sbloccare tutti i cantieri possibili». Il modello che si vuole attuare «è quello Genova». E ha aggiunto: «Si può fare ancora tanto per Como», ma non è il momento di parlare di elezioni. Prima ci sono le amministrative di ottobre in altre città, poi si potrà parlare anche della chiamata alle urne del 2022. Ma «decideranno i comaschi - ha assicurato il leader del Carroccio - Chi conosce i problemi di Como? I comaschi».

Questa, ha poi aggiunto, è «una città di confine, non è possibile che gli stipendi, a qualche chilometro da qui, siano il doppio», ha affermato riferendosi alla Svizzera.

No obbligo Green pass

Non solo Como. In città murata, l’attenzione si è allargata ai temi nazionali. Ma che hanno un forte impatto anche a Como. In primis, la questione al centro delle discussioni in tutta Italia: l’obbligo del Green pass. «Non c’è bisogno di nessun obbligo», ha tagliato corto, ricordando che «la Regione Lombardia (a guida leghista, ndr) è quella che sta vaccinando più di tutte».

Lui è vaccinato, ha assicurato, ma sul contestato obbligo - caldeggiato da parte del governo nazionale - ha rimarcato: «Non voglio imporre la mia scelta». La questione vaccinale ha comunque un peso anche sulle attività come la scuola, il lavoro, la socialità.

L’obiettivo, ha assicurato davanti a una platea di circa 250 persone, è la scuola in presenza. E poi, sulle tasse: «Per combattere l’evasione fiscale occorre abbassarle». Di certo, sono temi su cui non mancheranno scontri all’interno della trasversale maggioranza di governo. Dove si convive a fatica: «Non è il meglio stare al governo con Conte, Letta e Grillo». Ma «non daremo la soddisfazione a Pd e 5 Stelle di mollare il governo».

Sulle pensioni, ha rispolverato un vecchio grido di battaglia: no alla Fornero. «Se si pensa di riportarla faremo le barricate, dentro e fuori». E ha promesso che in sarà presentato «un emendamento per togliere il reddito di cittadinanza».

L’incontro comasco si è concluso con gli ormai tradizionali selfie con i militanti.

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