Frane sul lago, non è solo il clima
Mercalli: «Si costruisce male»

Il noto climatologo ospite dei Rotary in Camera di commercio - «Ragionevole prevedere un piano di abbattimento degli edifici a rischio»

Gli effetti del cambiamento climatico sul territorio lariano e le possibili misure di prevenzione da adottare per scongiurare il ripetersi di eventi meteorologici catastrofici come quelli avvenuti durante l’estate appena trascorsa. Questo il filo rosso dell’incontro pubblico svoltosi mercoledì sera alla Camera di Commercio organizzato dai due club Rotary Como e Rotary Como Baradello.

Dopo i saluti istituzionali di Franco Brenna, promotore della serata e Marco Galimberti, presidente della Camera di Commercio di Como-Lecco, sono intervenuti con le loro relazioni Luca Mercalli, meteorologo, climatologo e divulgatore scientifico, Aldo Marchetto, responsabile della sede di Pallanza dell’Irsa (Istituto di ricerca sulle acque) del Cnr e Velasco Vitali, artista e conoscitore del lago. Hanno dialogato con il giornalista Giorgio Gandola, già direttore de “La Provincia” e “L’Eco di Bergamo”, non prima di aver ascoltato una testimonianza video offerta da Davide Bernasconi, in arte Van De Sfroos.

Il cantautore ha manifestato il suo dispiacere nel constatare i sempre maggiori danni causati dal maltempo. Ancora impresse nella memoria dei più ci sono le immagini dolorose di case e auto investite da fiumi di fango e detriti, onde di piena per effetto della pioggia battente, strade interrotte dal crollo degli alberi.

Quali sono le responsabilità dell’uomo di fronte a eventi avversi di questo calibro? «Negli ultimi anni - risponde Luca Mercalli, figura nota al pubblico televisivo per la sua partecipazione alla trasmissione “Che tempo che fa” - gli eventi pluviometrici estremi sono aumentati. Di sicuro, le cause del fenomeno si possono in parte ricondurre al riscaldamento globale. L’incremento progressivo della temperatura atmosferica va combattuto, e nelle sedi internazionali finora si è fatto troppo poco. Se la temperatura arriverà ad aumentare di quattro o cinque gradi entro fine secolo, i nostri figli e nipoti assisteranno a una vera e propria catastrofe climatica. Per quanto riguarda gli smottamenti, oggi fanno più danni rispetto al passato per via della cementificazione eccessiva. Nelle zone più impervie è pericoloso costruire e, di conseguenza, abitare. Per questa ragione sarebbe ragionevole prevedere un programma di abbattimento degli edifici a rischio».

C’è tanto da fare anche sul fronte della prevenzione del rischio: «In Italia abbiamo un sistema molto efficiente di Protezione civile - prosegue Mercalli - il problema però non è soltanto affrontare le conseguenze di un’emergenza, ma soprattutto comprendere come fare per evitare quell’emergenza. In altri Stati del mondo, i cittadini sono molto più preparati e sanno come dovranno comportarsi qualora si verifichi un evento catastrofico».

Marchetto assieme ad altri esperti del Cnr, ha studiato l’ecosistema del Lario e le sue profonde trasformazioni: «Il cambiamento climatico - spiega - produce un fenomeno di progressivo riscaldamento delle acque del lago. La conseguenza? Una carenza di ossigeno in profondità, che potrebbe pregiudicare la sopravvivenza dei pesci e provocare la dispersione di metalli pesanti, tossici per l’uomo».

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