I prof: «Sanzioni un po’ eccessive
E comunque la scuola non è sicura»

Per gli insegnanti il vaccino è prima di tutto un dovere: «Triste ricorrere imposizioni» - Ma molti puntano il dito sulla carenza di altre misure: «Trasporti, classi: è tutto come prima»

Il Green pass obbligatorio per il personale scolastico, pena la sospensione senza stipendio, divide i docenti lariani. Tutti però sono concordi nel ritenere la vaccinazione un dovere.

«Credo che noi dovremmo essere i primi a dare il buon esempio vaccinandoci – commenta Gloria Castelli, “prof” del Giovio - in vista di un rientro a scuola il più sicuro possibile. Però l’obbligo vaccinale per i docenti non è sufficiente: rimane irrisolto il problema dei trasporti e quello degli studenti non vaccinati».

Per Castelli, la sospensione senza retribuzione dopo cinque giorni è una misura eccessiva: «Oltretutto metterebbe in difficoltà l’organizzazione di tutti gli istituti. Inoltre ritengo che i provvedimenti in merito alla scuola si sarebbero dovuti prendere già da tempo e non a ridosso dell’anno scolastico».

Il dovere e l’obbligo

Monica Sampietro, docente del Casnati, è favorevole: «Pur consapevole di tutte le difficoltà e sfumature che si porterà dietro, noi però siamo un servizio pubblico: per me avere il Green pass significa avere a cuore gli studenti e le famiglie. D’altro canto, mi aspetto che gli alunni decidano di vaccinarsi».

Il testo del decreto è chiaro: per chi lavora a scuola, non avere il Green pass è considerata assenza ingiustificata dal lavoro e, dal quinto giorno, il rapporto di lavoro è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso.

Per Linda Cavadini, docente delle medie di Prestino, la questione, come tutte, va guardata razionalmente e non di pancia: «Anzitutto – precisa - mi auguro siano previsti distinguo per chi il vaccino non può farlo o su parere medico è meglio non lo faccia. In seconda battuta, personalmente ritengo un dovere civico farlo, a maggior ragione per chi frequenta per tanto tempo tante persone in luoghi chiusi».

Per Cavadini, il Green pass «mette tutta l’attenzione sul personale non vaccinato e fa passare in secondo piano il fatto che poco o nulla è stato compiuto per diminuire il numero di studenti per classe, adeguare gli spazi, potenziare i mezzi pubblici, predisporre un serio sistema di testing e tracciamento. Il Green pass obbligatorio da solo mi pare un po’ poco per dire che la scuola sia una priorità».

«Pensiamo agli studenti»

Per Sergio Palazzi, docente del Setificio, «sembra davvero triste dover ricorrere agli obblighi per convincere qualcuno a fare la cosa più bella e più saggia. Però al Setificio penso siano pochi quelli sprovvisti del certificato verde: quando è stato il nostro turno tra “prof” e personale eravamo tantissimi e ben contenti di vaccinarci. Il vero problema è forse quello degli studenti: la grettezza di qualche forza politica impedisce al governo di stabilire l’obbligo vaccinale per i più giovani, come pure si fa da tempo per altre malattie che sono state quasi completamente sconfitte».

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