Il turismo e il “rischio Venezia”: «È ora che la politica intervenga»

Il dibattito Il caro casa comporta il rischio che la città si svuoti come è già capitato altrove. Gli esperti del “Poli”: «Frenare l’accoglienza turistica. E spingere l’edilizia convenzionata»

La città, sempre più turistica, sta cambiando e rischia di espellere il ceto medio, i giovani professionisti e le nuove famiglie. Secondo architetti e urbanisti è la politica che deve intervenire per frenare questo fenomeno.

Il caro casa disincentiva docenti, infermieri, postini e tecnici a venire a lavorare a Como, affitti e prezzi al metro quadro sono per molti inaccessibili. Parte del nostro patrimonio immobiliare è ormai destinato ai turisti stranieri, in maniera ormai evidente in centro e in riva al lago.

Leggi anche

Il modello Monte Carlo

«I comuni cittadini di Monte Carlo sono andati tutti ad abitare in Francia e sono diventati lavoratori pendolari – racconta Angelo Caruso di Spaccaforno, urbanista residente a Como coordinatore del master del Politecnico Polis Maker, per lo sviluppo delle città –. Così in parte sta accadendo al centro cittadino. Sono dispiaciuto di questa evoluzione, speravo che il turismo di alta fascia potesse convivere con studenti e lavoratori. Fuori dal centro storico però ci sono grandi aree con una qualità di vita scarsa che possono essere riqualificate e destinate alla classe media. Penso ai brutti caseggiati scendendo da via Napoleona, alla zona di Camerlata, alla Ticosa che non merita di diventare soltanto un parcheggio. Oppure il San Martino che potrebbe accogliere una nuova generazione di studenti». Il Politecnico otto anni fa voleva costruire un campus e ora la Provincia ci ritenta con un polo per l’alta formazione tecnica.

«Le istituzioni e i poteri locali hanno scelto di inseguire la vocazione turistica – dice ancora il professore –, la politica ha accentuato lo sviluppo turistico che oggi vediamo. A Como servono delle alternative, connotazioni diverse come per esempio la formazione universitaria e tecnica. La notorietà del lago ha fatto esplodere il turismo di massa e il costo delle case, vicino ormai ai 6mila euro al metro. È così in via Diaz o in via Volta».

Conviene andare ad abitare poco fuori. «Il mercato determina situazioni simili anche in altre città – ragiona Lorenzo Degli Esposti, altro accademico del Politecnico –, i prezzi a Como centro non sono più accessibili per buona parte della popolazione. L’arrivo di grandi capitali è un fatto positivo, ma cambia la destinazione di interi quartieri ed espelle i ceti medi. Le nuove famiglie, gli studenti, figurarsi i più vulnerabili. Dunque servono soluzioni politiche. Per esempio l’edilizia convenzionata, per dare un’opportunità alle giovani coppie. Oppure imporre un freno all’accoglienza turistica per evitare che una crescente percentuale di abitazioni venga sottratta al bisogno di casa di lavoratori e nuovi cittadini». Il ragionamento vale secondo il professore sia per le abitazioni che per negozi e vetrine, sempre più preda delle grandi catene internazionali e sempre meno tradizionali e davvero comasche.

Gestire i processi

«I processi vanno gestiti – spiega Lorenzo Spallino, ex assessore all’Urbanistica –. Così purtroppo non è, e infatti non va bene. Servono leve normative, ma non mi pare che il governo o la Regione stiano studiando nuove misure in tal senso. Si potrebbe mettere un numero massimo di giorni all’anno utile per affittare case e stanze ai turisti. Cambiare la destinazione d’uso per le abitazioni che sono sempre offerte ai visitatori. Il Comune su questa materia non ha molto potere. Certo l’amministrazione comunale potrebbe puntare su interventi di edilizia a prezzi calmierati. Per i giovani e le famiglie, per attrarre ricercatori e professionisti. L’intervento in Ticosa che immaginavamo aveva quella finalità, creare spazi accessibili per le nuove generazioni, un obiettivo più ambizioso rispetto al prossimo parcheggio. Oggi purtroppo una fetta della popolazione non è abbastanza ricca per abitare a Como e non è abbastanza povera per andare nelle case popolari. Quindi esce, cerca casa ad Albese con Cassano o a Fino Mornasco».

© RIPRODUZIONE RISERVATA