Migliaia di euro nel gioco online: ma incassavano il “reddito”

Tribunale Non dichiarano le vincite, così due donne ottengono il sussidio - Il giudice: va calcolata anche la cifra investita, avevano ancora i requisiti

Ricevono il reddito di cittadinanza e lo spendono nel gioco d’azzardo online. La questione è arrivata davanti al giudice del Tribunale di Como Carlo Cecchetti, questione che ha visto due donne quarantenni venire giudicate in quanto accusate di «aver omesso di fornire informazioni dovute» al fine di «ottenere indebitamente il beneficio» del reddito di cittadinanza. Un reato punito con la reclusione dai due ai sei anni.

In pratica, sosteneva la norma fatta rilevare dalla Guardia di finanza nella comunicazione che ha dato il via alla vicenda, le due donne, residenti a Como, avevano omesso di fornire informazioni obbligatorie nel momento in cui compilavano i quadri dei moduli per ottenere il reddito di cittadinanza. In particolare, non avevano indicato le vincite ottenute con il gioco online, cifre che avrebbero potuto, in via teorica, modificare il proprio aspetto patrimoniale.

L’indagine

Una contestazione dunque formale (l’omessa compilazione del modulo) e non sostanziale, visto che la modifica del reddito e la condizione patrimoniale incompatibile con il reddito di cittadinanza avrebbero dovuto essere dimostrate. Il giudice, tuttavia, ha assolto le due imputate perché «il fatto non sussiste» specificando però come l’omissione si sia effettivamente verificata, ma questa stessa inadempienza non sia stata in grado di incidere sui requisiti patrimoniali necessari per ottenere il reddito di cittadinanza (misura tra l’altro abolita dal 29 dicembre 2022).

In pratica, in udienza è emerso come la documentazione fornita dalle Fiamme gialle e dall’Agenzia dei Monopoli sul gioco d’azzardo riportasse le vincite per diverse migliaia di euro ottenute dalle signore, vincite che tuttavia non erano nette, ovvero non tenevano conto di quanto era stato effettivamente giocato per ottenere quelle vincite.

Poteva capitare di trovare sotto la colonna delle vincite anche 90 euro (per fare un esempio) ma dopo una giocata da 100, quindi con un saldo di meno 10 euro.

La decisione

Per questi motivi, ha sostenuto giudice nel motivare l’assoluzione, «le vincite che ha senso dichiarare sono gli incrementi patrimoniali», gli unici in grado di elevare la condizione economica complessiva del cittadino. In questo caso invece le vincite nette erano modeste, non in grado di determinare un innalzamento del reddito.

Da qui, dunque, la doppia assoluzione per le due donne almeno da un punto di vista penale.

Più difficile invece trovare spiegazioni per un simile utilizzo di un mezzo studiato in origine come forma di sostegno economico a persone in difficoltà. Ma non toccava al Tribunale valutare questo aspetto.

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