Anche Van De Sfroos dice la sua sulla Regina: «Siamo stati pazienti, ma adesso aiutateci»

L’intervista Davide Van De Sfroos, cantautore, cresciuto in Tremezzina: «Il popolo del lago ha ingoiato quello che doveva ingoiare. Ora è stanco»

Tra le voci sofferenti che si levano dalla via Regina, non poteva mancare quella di Davide Van De Sfroos, che la percorre ininterrottamente da più di mezzo secolo.

Da quando per raggiungere il Collegio Gallio balzava tutte le mattine su quella corriera dove è ambientata una delle sue prime e più amate canzoni, fino a oggi, perché anche se gli impegni professionali suggerirebbero, forse, di spostarsi a Milano o, almeno, a Como, lui, proprio lui non può abbandonare quella Tremezzina dove è cresciuto e che è il teatro della sua poetica. Quello stessa strada che, anche in tempi recentissimi, lo ha visto viaggiare anche nelle ore piccole, di ritorno dalle esibizioni del tour di “Manóglia”, che si è appena concluso.

«Di notte quando arrivavo dai concerti, anche molto tardi, vedevo tutte le persone che stavano lavorando nella galleria - racconta - Tutte le notti incontravo i camion, giganteschi. C’era gente che stava lavorando in continuazione, per realizzare la famosa variante, un’alternativa a questo dramma che ormai da anni ci inchioda. Senza che sia ultimata siamo condannati a passare la vita in coda». Tempo fa aveva realizzato dei video, direttamente alla guida, improvvisando canzoni tra l’arrabbiato e il faceto, ma adesso non è davvero più il momento di scherzare.

Qual è il sentimento che prevale, di fronte agli ultimi sviluppi (o, forse sarebbe il caso di dire, mancati sviluppi)?

Non si può far finta di niente, non si può trascurare la situazione in cui noi ci troviamo. Io penso che chiunque abbia in mano il timone, il cervello delle operazioni, o chiunque possa fare qualcosa, la gente che deve gestire i trasporti e le situazioni, chiunque ha in mano un timone... Anas, la Regione, chi può deve impedirci di naufragare, perché la situazione è veramente drammatica.

Quali sono i punti di maggiore sofferenza?

Verrebbe da dire tutti, se è vero che, a tratti siamo soffocati anche da quelle che dovrebbero essere delle cose belle, come il turismo, che sta arrivando già copioso. Però dobbiamo essere anche in grado di sostenerlo, questo turismo.

I trasporti pubblici?

I mezzi di trasporto sono stracolmi e insufficienti. Penso ai poveri autisti della “curiera” che devono anche fare il biglietto a uno a uno a tutti quelli che salgono. Qualcosa deve per forza cambiare. Nell’epoca del digitale, deve esserci un’evoluzione e, soprattutto, ripeto noi non possiamo essere abbandonati qui in questo modo.

Oltre a Davide Van De Sfroos, artista che va e viene per concerti e appuntamenti di lavoro, c’è anche il signor Bernasconi, papà di ragazzi che studiano...

Ci sono volte in cui, per permettere ai miei figli che studiano a Milano di prendere il treno, li devo accompagnare io in auto, naturalmente facendo code, perché in corriera non ce la farebbero mai.

Un problema quotidiano per chi vi abita per tanti ragazzi e per i loro genitori.

Ma c’è di peggio: figuriamoci quando si verificano situazioni d’emergenza in cui qualcuno deve magari raggiungere un’ospedale, o la propria abitazione, soccorrere un parente che non sta bene.

Qual è il messaggio, la chiusura di questa triste ballata?

Una strada è una cosa importante e non si può assolutamente dire che il popolo del lago, il popolo che vive sulla Regina, non sia stato paziente fino a oggi e non abbia ingoiato tutto quello che ha dovuto ingoiare. Però vedo che sta perdendo la pazienza e conoscendolo, questo popolo, quando la pazienza finisce dopo è difficile che tutto torni come prima, come se niente fosse. Quindi, per favore, aiutateci perché è una cosa eclatante.

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