Riecco i falsi bond dei guai dell’ex sindaco Bruni: imprenditore di Mozzate a processo per bancarotta

Inchiesta A Bergamo le richieste di condanna per un fallimento come quello della Mercedes Sca. Prescritte le accuse a carico del faccendiere di Lugano che rifornì di carta straccia anche Bruni

Cresce l’elenco di persone finite nei guai per il tesoretto di carta straccia dell’imprenditore olandese con casa a Lugano Johannus Maria Wilhelmus Demers. Dopo (tra gli altri) l’ex sindaco di Como Stefano Bruni, l’ex presidente del Calcio Lecco Daniele Bizzozero, ora è un imprenditore di Mozzate a rischiare una condanna con l’accusa di concorso in bancarotta. Si chiama Giuseppe Berlusconi, ha 67 anni, e il pm di Bergamo Emanuele Marchisio ha chiesto per lui una pena a tre anni e mezzo.

Sembra la riproposizione del fallimento della Mercedes Sca o del tentativo (fallimentare pure questo) di scalata del Monza Calcio del 2015, la vicenda della ricapitalizzazione della società aerea cargo Miniliner, con sede presso l’aeroporto di Orio al Serio, fallita nel 2015 con milioni di euro di buco di bilancio. Fallita nonostante il tentativo di “salvataggio” operato con una ricapitalizzazione milionaria attraverso titoli Jp Morgan. Quegli stessi titoli «spazzatura» costati carcere e condanna all’ex sindaco di Como Bruni (e non solo) e soprattutto che hanno fatto finire a gambe all’aria molte altre società.

Il processo

La vicenda è approdata solo ora in un’aula di Tribunale, nonostante il fallimento e la ricapitalizzazione finita sotto accusa risalgano allo stesso periodo delle vicende comasche o di quelle del Monza Calcio, ovvero il 2015. Era l’anno dei grandi affari con obbligazioni all’apparenza ricchissime, ma di fatto prive assolutamente di valore.

Dietro alla distribuzione di quel pacchetto di titoli l’imprenditore luganese Demers, il proprietario dei bond. In una banca slovena custodiva qualcosa come 199 milioni di euro in obbligazioni JP Morgan. Finito sotto inchiesta anche lui in quel di Bergamo, le accuse mosse a suo carico sono state spazzate via dalla prescrizione, essendo passati ben otto anni dai fatti contestati. Il processo, che è alle sue fasi conclusive, per il fallimento della società di cargo vede imputate complessivamente sei persone, accusate di bancarotta fraudolenta. Tra questi l’imprenditore di Mozzate Giuseppe Berlusconi, socio della Miniliner e poi «componente del cda con poteri gestori». Oltre a lui Nicola Radici di Bergamo, considerato «amministratore di fatto» della Miniliner, i fratelli Gianluca e Marcello Ferraina di Catanzaro, che si sarebbero preoccupati di commercializzare i bond falsi , Francesco Keller di Napoli e Giuseppe Racca di Varese.

Le accuse

L’imprenditore olandese che riuscì anche a vendere carta straccia ai comaschi, secondo l’accusa è riuscito - pure in questa vicenda - a stipulare un contratto di compartecipazione di titoli Jp Morgan in suo possesso per un valore di 50 milioni di dollari (ceduti per 50mila euro), in parte usati per costituire una nuova società che aveva lo scopo di comprarsi (per un euro) la compagine che deteneva il 90% della Minilliner poi fallita, in parte per ricapitalizzare la società di cargo.

Ovviamente gli imputati finiti a processo respingono le accuse. Il 16 maggio si torna in aula con le arringhe difensive.

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