Svizzera, disoccupazione in calo (meno 4,3% in un anno) per merito del turismo

L’analisi Numeri soddisfacenti raccolti dalla Segreteria dell’Economia. E non preoccupa neppure la lievissima crescita rispetto al mese di giugno

Secondo i numeri raccolti dalla Segreteria di Stato dell’Economia (la Seco), al 31 luglio risultavano iscritti 87.601 disoccupati presso gli Uffici regionali di Collocamento della vicina Confederazione, vale a dire 2.502 in più rispetto al mese precedente.

Un incremento che al momento non desta preoccupazione, tenendo conto che la prima soglia d’allarme - fissata a quota 90 mila - è ancora parecchio distante. Prova ne sia che il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 1,9%. Rispetto al mese di luglio dello scorso anno, il numero di disoccupati è diminuito di 3873 unità (-4,2%).

La riflessione

Dato su cui ha un peso specifico rilevante anche la ripresa a pieni giri del turismo, che sta macinando nella stragrande maggioranza dei Cantoni numeri superiori anche al pre-pandemia. Quanto al tema sensibile della disoccupazione giovanile, il numero di giovani disoccupati (tra i 15 ed i 24 anni) è aumentato di 566 unità (+7,6%) arrivando al totale di 8029, che corrisponde a 60 persone in meno (-0,7%) rispetto al 31 luglio 2022. Di grande interesse anche il dato sui disoccupati “Over 50”, che registrano 204 iscritti in più (+0,8%), attestandosi a 25’225. In confronto allo stesso mese dell’anno precedente il dato censito al 31 luglio corrisponde a una diminuzione di 3084 persone (-10,9%).

Insieme al numero di iscritti agli Uffici regionali di Collocamento, l’altro dato di grande interesse è legato alle persone in cerca di impiego, che al 31 luglio erano 150.673, 55 in più rispetto al mese precedente e 12.642 (-7,7%) in meno rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Da ricordare poi che dal 1° luglio 2018 è stato introdotto in tutta la Svizzera l’obbligo di annunciare i posti vacanti per i generi di professioni con un tasso di disoccupazione pari almeno all’8%, soglia poi scesa al 5% dal 1° gennaio 2020. Si tratta della prima ed unica applicazione del referendum contro l’immigrazione di massa del 9 febbraio 2014. Anche il numero dei posti “annunciati” è diminuito in luglio di 2527 unità scendendo sotto quota 50 mila.

Lavoro ridotto

E veniamo infine al lavoro ridotto, l’omologo della nostra cassa integrazione. Nel mese di maggio (ultimo dato disponibile) sono state colpite dal lavoro ridotto 1272 persone, ovvero 226 in meno (-15,1%) rispetto al mese precedente. Il numero delle aziende colpite è diminuito di 4 unità (-5,4%) portandosi a 70. Il numero delle ore di lavoro perse è aumentato per diretta conseguenza di 15114 unità (+29,6%), portandosi a 67097 ore. Nel corrispondente periodo dell’anno precedente (maggio 2022) erano state registrate 305003 ore perse, ripartite su 5552 persone in 960 aziende. Ben si nota la differenza nell’arco dei dodici mesi, ricordando che a maggio 2022 la Svizzera era ancora invischiata nell’onda lunga della pandemia, pur essendo il primo Paese del Vecchio Continente ad annunciare il 16 febbraio 2022 lo stop a tutte le restrizioni, cogliendo di sorpresa anche i Paesi confinanti, a cominciare dalla vicina Italia.

Solo 70 aziende che hanno chiesto di poter usufruire dei benefici del lavoro ridotto davvero rappresentano un buon biglietto da visita in vista dell’autunno. Il report della Seco contempla anche il numero di persone che hanno esaurito il loro diritto all’indennità nel mese di maggio (anche in questo caso ultima rilevazione disponibile). Secondo i dati provvisori forniti dalle casse di disoccupazione, nel corso del mese di maggio, 4063 persone hanno esaurito il loro diritto alle prestazioni dell’assicurazione contro la disoccupazione.

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