Movieri e ripresa dei lavori. Anas scrive, ma non spiega

La difesa della società Pagare il personale al 100%? «Contribuiremo». Sul cantiere da riavviare non indica una tempistica: «Il più presto possibile»

In una lunga nota inviata ieri al nostro giornale, Anas sostanzialmente conferma che i fronti aperti circa il destino della variante della Tremezzina e della viabilità lungo la statale 340 sono due: il riavvio dei lavori a Colonno e Griante e l’aumento della compartecipazione alla spesa complessiva (un milione e mezzo di euro) per garantire il prezioso servizio dei movieri per il prossimi tre anni. Ma non dà certezze su nessuno dei due punti.

Al momento, come anticipato dal prefetto Andrea Polichetti, Anas ha assicurato un aumento della quota di compartecipazione - oggi fissata al 59,40% -, senza però fornire percentuale ed entità dell’importo, ricordando che il Tavolo istituzionale del 5 febbraio ha chiesto ufficialmente che Anas si accolli il 100% del dovuto.

Lo stop e le giustificazioni

Ma andiamo con ordine. «Rimane prioritario il riavvio degli scavi in corrispondenza degli svincoli di Colonno e Griante, nel rispetto degli accordi presi con il territorio, mentre proseguono le altre lavorazioni di cantiere - si legge nella nota -. I rallentamenti delle lavorazioni presso gli svincoli di Colonno e Griante sono stati causati da criticità naturali nel corso degli scavi per il rinvenimento di materiali contenenti rispettivamente idrocarburi ed arsenico naturali in concentrazioni superiori a quelle previste dalla normativa vigente». Problematica questa che «ha condizionato in maniera significativa l’andamento del cantiere». In questo contesto, Anas ha fornito una novità di rilievo sulla destinazione dei due materiali di scavo contaminati: per il materiale di scavo (in uscita da Colonno), Anas «ha inoltrato a Regione Lombardia la documentazione per l’autorizzazione al trasporto di un maggior quantitativo di idrocarburi ed è in attesa di un positivo riscontro». Per quanto concerne lo svincolo nord di Griante, «la presenza di arsenico ha comportato una serie di passaggi normativi ed approvativi anche da parte degli enti territorialmente competenti per la definizione delle percentuali di concentrazione di sostanza». Per diretta conseguenza: «Comunicati all’esecutore gli esiti dell’indagine, con l’individuazione di due siti idonei, sono in corso di definizione gli aspetti formali e subito dopo sarà possibile riprendere le lavorazioni di scavo». Nel Tavolo istituzionale del 10 aprile, aveva indicato Varese e Pavia quali destinazione con il materiale contaminato dall’arsenico, con tutto ciò che ne consegue per i costi (anche) di trasporto.

Zero certezze

Per quanto concerne l’altro tema caldo - ovvero i 600mila euro mancanti per il prossimo triennio insieme ai 48mila euro che ancora mancano all’appello da qui al 31 luglio per finanziare i movieri - Anas ha confermato che «con l’intensificarsi dei lavori della variante, in accordo con le autorità del territorio, aumenterà il presidio dell’area mediante movieri per il prossimo triennio, per consentire un traffico più fluido e snello». In questo contesto «nei prossimi giorni verranno definiti nel dettaglio i termini di partecipazione di Anas alla spesa». Niente di certo e niente dettagli, che invece servirebbero per approntare il maxi bando da un milione e mezzo di euro.

Quanto all’incontro in programma oggi, l’obiettivo è «individuare un percorso condiviso con l’impresa per la ripresa, al più presto possibile, dei lavori». Sui tempi per la ripartenza, quindi, zero certezze.

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