Regina, l’ira dei sindaci: «Riaprite il cantiere»

Lo scandalo Variante Il sindaco di Tremezzina e presidente di Anci Lombardia Mauro Guerra: «Ora risposte concrete. E Anas paghi i movieri»

«La variante della Tremezzina è un’opera fondamentale. A fronte delle ultime vicende c’è la necessità di garantire la prosecuzione dei lavori nel modo più celere possibile. Questa strada non è più nelle condizioni di reggere ulteriormente gli attuali volumi di traffico».

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Dall’ufficio al pianterreno in Municipio a Lenno il sindaco (e presidente di Anci Lombardia) Mauro Guerra lega in un unico pensiero i due “grandi temi” con cui si sta confrontando oggi la Regina ovvero lo stop su larga scala dei lavori della variante e la necessità di garantire anche economicamente solidità al prezioso servizio dei movieri da qui ai prossimi tre anni (ma non solo, come vedremo). I dati del varco Ocr di Spurano di Ossuccio, ufficializzati durante il Tavolo di coordinamento dello scorso 10 aprile, hanno certificato 31 mila passaggi in più nei primi tre mesi dell’anno. Numeri che in proiezione sollecitano un’accelerazione sui temi sensibili dei movieri e della nuova ordinanza Anas, senza dimenticare il summit di martedì a Roma per dirimere le problematiche sul futuro della variante.

Tre fronti importanti, tutti più che mai aperti, dunque?

«I nostri paesi hanno bisogno di respirare, ricordando che la popolazione qui ha ben sopportato quattro mesi di chiusura della statale per consentire un avvio più rapido del cantiere della variante. Dico questo perché alla luce di quanto accaduto si tratta di rifare il quadro tecnico per le modalità di smaltimento dei materiali nel tempo più rapido possibile, cui si accompagnano i relativi ragionamenti sulla copertura legata alle maggiorazioni dei costi. Confido che già martedì arrivino risposte adeguate».

Dentro questo quadro è in essere ancora la riflessione su come convivere con il cantiere e con i flussi di traffico (turistici e non) che lievitano verso l’alto. Quali sono le soluzioni più pragmatiche da adottare?

«Anzitutto va ripristinato il piano originario per lo smaltimento delle terre di scavo per non interessare direttamente le strettoie. A stretto giro va ripristinata l’ordinanza per regolamentare il passaggio - solo notturno - dei mezzi pesanti e così per reintrodurre il senso unico per i bus turistici. Solo così si possono evitare paralisi continue della viabilità. Dentro questo contesto i movieri hanno un rilievo particolare».

Movieri che ad oggi rappresentano il primo argine contro gli ingorghi.

«Già dallo scorso anno avevo chiesto al Tavolo di coordinamento guidato dal prefetto Andrea Polichetti e dal presidente provinciale Fiorenzo Bongiasca che ci fosse una programmazione pluriennale legata alla presenza dei movieri, da garantire tutto l’anno. Aggiungo un concetto. Adesso si sta lavorando sul prossimo triennio, ma vista la revisione complessiva che si dovrà porre in essere sull’aumento dei prezzi del cantiere della variante ci può stare anche un ragionamento su cinque anni e non solo per i prossimi tre».

Soluzione gradita al territorio, ma di mezzo c’è sempre il tema dei costi. Cosa si può fare dunque?

«Credo che dentro il nuovo contesto ci debba stare una copertura totale dei costi di questo prezioso servizio da parte di Anas. Avevo già sollevato la questione, chiedendo un interessamento diretto del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e del ministero, finalizzato a dare ad Anas il via libera per la copertura integrale dei costi legati ai movieri».

Anas ha però affermato che i camion della variante pesano solo in parte sugli aumenti del traffico e dunque Anas non è nelle condizioni di garantire il 100% del dovuto per il servizio dei movieri. Concetto ribadito al Tavolo istituzionale del 10 aprile.

«La prospettiva è diversa. Anche senza il maggior carico della variante, la Regina, strada statale, non sarebbe in grado di reggere gli attuali flussi di traffico. Quindi Anas deve garantire che su una strada statale ci si possa muovere. I movieri servono e questo servizio sta in capo all’ente proprietario della statale».

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