Sulla Regina c’è l’ordinanza per il senso unico dei bus, ma anche il ricorso

Provvedimento Previsto lo stop diurno ai tir. Anas ha spiegato perché la restrizione è necessaria. Ma l’associazione di categoria si rivolgerà l Tar

L’Anas ha rispettato gli impegni presi con il prefetto Andrea Polichetti e con gli amministratori del territorio durante la visita del ministro Salvini sabato a Colonno: nel primo pomeriggio di ieri ha definito le dodici pagine di ordinanza grazie alle quali da lunedì prossiumo - con una settimana d’anticipo rispetto al cronoprogramma iniziale - verranno reintrodotte le limitazioni per bus e mezzi pesanti sopra gli 11 metri e così le “fasce orarie” per i soli mezzi pesanti sopra i 9,1 metri.

Un passo indispensabile o dopo il maxi ingorgo di venerdì e soprattutto a fronte di una stagione turistica nella quale, nei fine settimana e nei giorni festivi, mancherà l’aiuto dei movieri. Insomma, un provvedimento importante per le dinamiche della statale e soprattutto delle strettoie tra Colonno e Isola di Ossuccio.

Provvedimento sul quale c’è una spada di Damocle. Ieri “Sistema Trasporti” (associazione di categoria delle aziende di bus turistici) ha fatto sapere di voler analizzare nel dettaglio il testo, ma che con ogni probabilità intende impugnare l’ordinanza al Tar «nell’arco di un mese, un mese e mezzo», come confermato ieri al nostro giornale dal presidente nazionale Francesco Artusa.

Ma andiamo con ordine. Stando all’ordinanza fra Tremezzina (quindi dalla strettoia di Isola di Ossuccio) fino a Colonno il traffico dovrebbe risultare molto più fluido, considerato che tra le 6.30 e le 14 nessun mezzo pesante sopra i 9,10 metri potrà scendere verso Como; così come non potranno scendere verso il capoluogo i bus turistici sopra gli 11 metri. In quelle fasce orarie tali mezzi (camion sopra 9,1 metri e bus turistici over 11) potranno percorrere la Regina sono “in salita”, quindi verso nord.

In altre parole, l’ordinanza conferma il senso unico tra Colonno e Tremezzina in direzione nord per i bus turistici e il divieto di transito diurno tra le 6.30 e le 21 per i mezzi pesanti sopra gli 11 metri.

Da questo provvedimento sono esclusi i camion e i mezzi al servizio del cantiere della variante. Sono inoltre previste deroghe per le imprese locali, anche se non sono state del tutto definite in ogni dettaglio. E, ovviamente, tra le deroghe figurano i servizi essenziali e i bus di linea.

A supporto di questa ordinanza Anas ha prodotto un dettagliato studio tecnico con i dati sul traffico, che ha evidenziato - citiamo solo i più eclatanti - un incremento dei passaggi di mezzi pesanti superiori agli 11 metri dell’88% nel 2023 e di un incremento analogo nei primi mesi di quest’anno. Quanto basta insomma per giustificare l’ordinanza e ad adottare lo stesso provvedimento che lo scorso anno è stato in vigore dal 3 luglio al 28 settembre.

Tra le giustificazioni addotte da Anas figurano anche, testualmente «Blocchi che hanno coinvolto anche i mezzi di soccorso».

Sin qui i contenuti dell’ordinanza, che da lunedì sarà operativa sino al prossimo 3 novembre.

Ma si diceva di un problema incombente, la posizione di “Sistema Trasporti”.

«La strada resta quella dell’impugnazione - dice senza mezzi termini Francesco Artusa - . Nelle prossime ore analizzeremo nel dettaglio il provvedimento, ma il tema di fondo non è quello delle deroghe, bensì che nessuno deve avere quei limiti. Anas ha citato un suo studio d’impatto, che ora valuteremo nel dettaglio. Questo provvedimento colpisce i bus turistici e i Tir, ma la categoria che rappresenta questi bus turistici non ha potuto visionare sin qui le carte. La ritengo una misura politica - conclude - che ha trovato il suo capro espiatorio nei bus attivi nel florido segmento turistico e nei mezzi pesanti».

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