Il lupo fa capolino ovunque, un caso dopo l’altro: «Il mio gregge dimezzato»

Il predatore Continuano a susseguirsi le segnalazioni: stavolta a Val Rezzo. I titolari dell’azienda agricola: «In due giorni le capre azzannate al collo»

Alto e Centro Lario e Ceresio: il lupo, animale capace di coprire lunghe distanze, fa capolino ovunque e sempre più di frequente, anche perché gli esemplari sono in progressivi aumento.

Dopo i ripetuti casi di predazione segnalati in Valle Albano, nei giorni scorsi è tornato a colpire anche a Val Rezzo, stavolta in quota, all’alpe Culmine, dove c’è un alpeggio che per il secondo anno è gestito dall’azienda di Ambra Violetti. In due giorni sono state trovate azzannate quattro capre, prese al collo, com’è tipico del lupo: «E’ successo in entrambi i casi in pieno giorno – puntualizza Graziana, la madre delle giovane titolare – L’alpeggio non è ancora aperto e noi saliamo al mattino e alla sera a mungere gli animali e far succhiare il latte ai capretti; poi li chiudiamo tutti in stalla. Consapevole del rischio lupi ho cercato di anticipare i tempi salendo nel pomeriggio, ma in due giorni ho trovato quattro mie capre stese a terra con il collo sanguinante».

Predatore

L’azienda Violetti, fino a pochi anni fa, contava oltre venti capre, che ora sono ridotte a dieci: «Il gregge è ormai dimezzato – conferma la madre della titolare – . L’anno scorso abbiamo visto il lupo con i nostri occhi ben tre volte a poca distanza: in diverse occasioni ha messo in fuga il gregge e qualche animale è precipitato in qualche dirupo o è stato sbranato senza che se ne potessero ritrovare i resti; in altri casi, come nei giorni scorsi, abbiamo invece avuto la prova della predazione». E ancora. «Girando alla ricerca delle capre – prosegue l’allevatrice di Val Rezzo – ho avvistato anche un’aquila svolazzare sopra le nostre teste: non escludo che su qualche capretto possa essersi avventata lei, ma è comunque il lupo che ci sta creando i veri grattacapi».

A Val Rezzo il grande predatore aveva già colpito nelle scorse settimane poco sopra il paese, azzannando una capra nei pressi di una stalla; ora ha trovato prede facili più in quota. «Prima i capretti, poi le capre. E’ ipotizzabile – dicono ancora all’azienda Violetti – che poi arriverà il turno dei vitelli».

Gravi danni

«Il nostro mestiere - aggiunge - è già di per sé duro e incerto e per quanto ci riguarda, come detto, seguiamo i nostri animali quotidianamente allevando con cura i piccoli. Ma se il risultato è vederli poi con le gambe all’aria e senza vita fra l’erba del pascolo, subentra un comprensibile scoraggiamento. Non nascondo – conclude la madre della titolare – che comincio anche ad aver paura a salire da sola in alpeggio». Paura e malcontento sono sempre più palpabili tra le vallate di Lario e Ceresio, dove su iniziativa degli allevatori della Valle Albano, in municipi, bar e negozi è in atto una raccolta firme per chiedere opportuni interventi a Regione Lombardia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA